RAEE: la categoria di rifiuti più in crescita in territorio UE
I dispositivi elettrici ed elettronici sono vere e proprie risorse e dal loro riciclo si potrebbero recuperare materiali ed elementi rari preziosi per nuove produzioni
Stando ai dati ufficiali rilasciati nei primi mesi dell'anno, i RAEE sono una delle categorie di rifiuti in più rapida crescita nell'UE. Eppure i dispositivi elettrici ed elettronici sono vere e proprie risorse e dal loro riciclo si potrebbero recuperare materiali ed elementi rari preziosi per nuove produzioni.
RAEE: crescono i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche in Europa
Quando si parla di RAEE ci si riferisce in particolare a quella categoria di dispositivi non più funzionanti, come lavatrici, stampanti, computer, tv, molto comuni negli ambienti professionali e privati.
In Europa, però, la crescente diffusione di questi dispositivi non sarebbe supportata da un'adeguata fase di raccolta, alimentando la quantità di prodotti che inevitabilmente finisce per incrementare il flusso di rifiuti.
Eurostat stima in particolare che, a fronte di un aumento di apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato dal 2012 al 2021 (rispettivamente 7,6 e 13,5 milioni di tonnellate) non si è assistito a un parallelo incremento nella raccolta di RAEE, che è passata da 3 milioni di tonnellate nel 2012 a sole 4,9 milioni di tonnellate nel 2021.
>Per favorire una corretta fase di recupero dei RAEE, l'UE ha emanato la Direttiva 2012/19, recepita in Italia con il D.Lgs. 49/2014, anche se il fine vita di questi apparecchi è costellato da così tante criticità, da rendere i livelli di riciclo raggiunti ancora insufficienti.
Nello specifico la normativa divide le apparecchiature elettriche fuori uso in due categorie: quelle pericolose e quelle non pericolose, disciplinando per ognuna un diverso processo di riciclo.
Riciclare i RAEE professionali: l'iter per recuperare risorse preziose
Per gestire correttamente i RAEE - rifiuti elettronici in ambito professionale, la normativa mette a disposizione il cosiddetto codice CER, una sequenza numerica composta da sei cifre, distribuite in tre coppie, che indicano rispettivamente la provenienza, la lavorazione e la tipologia di sostanze presenti nell'apparecchio.
Attraverso la lettura del codice CER è possibile identificare più facilmente la tipologia di rifiuti, in modo da individuare se ricadano nella categoria di dispositivi pericolosi o se possano essere classificati nella categoria di apparecchi non pericolosi.
Nello specifico, fanno parte della categoria dei rifiuti elettrici ed elettronici professionali non pericolosi i dispositivi contrassegnati con il codice CER codice 16.02.14, cioè apparecchi come computer, stampanti, fotocopiatrici e scanner che si distinguono, come suggerisce il nome stesso, per l'assenza di sostanze nocive.
Il codice identificativo CER 16.02.13 contrassegna invece i RAEE pericolosi, ovvero quei dispositivi elettrici ed elettronici fuori uso, come monitor, televisori, computer, frigoriferi, climatizzatori e sorgenti luminose, contenenti componenti pericolose.
Per tutti questi prodotti, la normativa predispone un adeguato processo di smaltimento professionale, che deve necessariamente avere inizio da una fase di raccolta virtuosa da parte delle aziende.
Molto spesso, in ambito professionale, una perfetta gestione del fine vita dei prodotti elettronici passa per il ricorso a realtà specializzate, che si occupano di ritirare i dispositivi non più funzionanti e di indirizzarli verso un'adeguata fase di riciclo.
Per rendere più efficiente la fase di recupero, le aziende possono adoperare appositi contenitori monouso per la raccolta separata dei RAEE pericolosi e non pericolosi, dei box nei quali conferire gli apparecchi separatamente per evitare ogni genere di inefficienza.
RAEE: dal loro recupero risorse inestimabili
Dal corretto processo di riciclo dei RAEE è possibile recuperare materiali preziosi come vetro, ferro, alluminio, rame, bronzo, ceramica, oro e sostanze plastiche, elementi che, indipendentemente dal loro valore o dalla loro diffusione, potrebbero essere adoperati per realizzare nuovi prodotti.
Il tutto, risparmiando sul costo e sull'impatto ambientale connessi all'estrazione di nuove risorse, rendendo ogni materiale più facilmente reperibile e colmando eventuali carenze nelle operazioni di fornitura.
Il recupero di questi elementi permetterebbe inoltre di dare nuova vita a risorse preziosissime come le terre rare, elementi strategici per lo sviluppo di nuovi dispositivi, ma caratterizzati da un'elevata criticità in termini di estrazione, costi e approvvigionamento.