L’emergenza idrica entra nel vivo, si va verso il razionamento dell’acqua: l'azione del Governo e i rischi per gli italiani
A lanciare l’allarme il ministro dell'Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che di fatto conferma quanto era già nell’aria da tempo. Sulle montagne c’è meno del 50 per cento della neve che dovrebbe esserci, e fiumi e laghi sono in pesante sofferenza. La decisione sarà presa a breve, dopo un confronto con i gestori delle dighe e del sistema idrico

La siccità è un problema che sbarca sul tavolo del Governo. Proprio oggi l’emergenza idrica sarà il tema che la premier Giorgia Meloni dovrà affrontare, in un primo incontro interministeriale, con i rappresentanti dei ministeri Ambiente, Infrastrutture, Agricoltura, Affari Europei, Coesione e Pnrr e il Dipartimento della Protezione civile. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni efficienti capaci di scongiurare una disastrosa emergenza nei mesi estivi. Perché il rischio, concreto, è che si debba procedere con un razionamento dell’acqua, che toccherà molte Regioni italiane, e quasi 3,5 milioni di italiani. Ma la risorsa blu è preziosa, o meglio indispensabile, per una moltitudine di settori, non ultimo quello agricolo ed energetico. Secondo Coldiretti sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall'emergenza siccità, con rischi incalcolabili per il Made in Italy.
Nove miliardi per scongiurare il collasso del Made in Italy
Sul tavolo, fanno sapere fonti di governo, dovrebbero esserci 9 miliardi di euro per affrontare molte criticità. "Gli agricoltori - ha evidenziato Ettore Prandini, presidente della Coldiretti - sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l'acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell'intero settore alimentare".
Si tratta dunque di un’emergenza complessa, che richiede un ragionamento integrato. L’Italia non può permettersi di rinunciare all’acqua da bere, ma neppure a quella indispensabile per irrigare e per produrre energia. “Questo governo - sostiene Pichetto - ha intenzione di presentare un piano idrico nazionale". E serve un coordinatore, un commissario super partes, che abbia pieni poteri e dica a Regioni ed enti: ‘Serve acqua, aprite le dighe’”. "Certamente - aggiunge il ministro Pichetto - ci sono dei rischi sulla produzione idroelettrica, perché se le dighe non sono in grado di far scendere l'acqua, la ruota non gira. Già l'anno scorso abbiamo avuto qualche riduzione e speriamo che si riescano a riempire le dighe nei prossimi due, tre mesi, visto che qualche pioggia dovrebbe esserci, altrimenti ci sarebbero delle conseguenze".
E sulle riserve di acqua potabile avverte il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale, Marco Casini, "la proiezione più probabile per i mesi estivi" indica il passaggio della "severità idrica da media ad alta".
Le azioni da mettere in campo contro l'emergenza idrica
- Il primo passo è quello di sensibilizzare gli utenti a un utilizzo più parsimonioso dell'acqua;
- Ma è fondamentale intervenire sulle reti idriche: in alcune zone si segnalano perdite superiori al 40 per cento;
- Si deve poi aumentare le capacità di accumulo dell'acqua piovana liberando dai sedimenti gli invasi;
- Costruire nuovi invasi, anche di piccole dimensioni;
- Rimodulare la produzione di colture, puntando particolarmente su quelle meno idrovore;
- Sviluppare sistemi per il recupero delle acque reflue (ad uso agricolo) e avviare impianti di desalinizzazione.
La siccità meteorologica non dovrebbe esser più considerata un fenomeno emergenziale, ma “strutturale”, e per questo va affrontata con un piano strutturato, che potrà avere effetti positivi oltre che sui sistemi idrici (siccità idrologica), sul suolo e sulle colture (siccità agricola), anche sui sistemi socio-economici e ambientali (siccità socio-economica e ambientale).