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Le bici elettriche si rinnovano, addio alle pesanti batterie al litio: ecco come funzionano

Al posto delle pile, la cui produzione ha notevoli conseguenze sull’ambiente, due supercondensatori che si caricano con i dislivelli e con la frenata rigenerativa

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
Foto Shutterstock
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Il mondo sta vivendo un momento particolarmente difficile sotto l’aspetto dell’emergenza climatica in corso, ma decisamente florido dal punto di vista delle innovazioni che si susseguono per far fronte alla stessa emergenza. E ciò lo si può vedere anche attraverso delle “piccole” idee che hanno comunque un grande potenziale. Come la bicicletta sviluppata dalla società francese Pi-Pop. Si tratta all’apparenza di una ebike come tante, ma che si differenzia dalle sue cugine per l’assenza della batteria. Un dettaglio non da poco, che rende la due ruote ecologico per antonomasia ancora più green e leggera.

Come funzionano le nuove ebike

Pi-Pop ha creato una bici che assiste l’utente nella pedalata, ma lo fa non tanto attraverso l’energia accumulata nella classica batteria ma tramite due supercondensatori che si caricano con i dislivelli e con la frenata rigenerativa. Questa particolarità rende il mezzo completamente libero dalle colonnine di ricarica, con vantaggi notevoli per una diffusione capillare in ambito urbano.

Rispetto ad una normale ebike la bici di Pi-Pop pesa svariati chilogrammi in meno. Il suo peso (22 kg) risulta essere tuttavia notevole se lo si paragona a quello di una tradizionale “due ruote a pedali”. Il vantaggio maggiore risulta pertanto un altro, ossia quello di non avere una batteria, ma dei superconduttori che non usano le materie prime critiche contenute nelle batterie ma materiali abbondanti come alluminio, carbonio, cellulosa e polimeri. Altro vantaggio, rispetto alle biciclette dotate di batteria, è un ciclo di vita che - a detta della casa madre - potrebbe sfiorare persino i 15 anni, e al termine sarebbe quasi interamente riciclabile.

I limiti della bici Pi-Pop

Esistono naturalmente anche dei nei, ma rispetto ai vantaggi sono insignificanti. I superconduttori, quando non vengono utilizzati periodicamente, tendono a scaricarsi del tutto in pochi mesi. Il problema è facilmente risolvibile. L’utente che ad esempio volesse usare la due ruote dopo un inverno di inutilizzo non dovrebbe far altro che precaricarla con qualche pedalata (anche a vuoto). La casa segnala poi un “limite” del proprio mezzo, al quale starebbe però già lavorando. Il supporto in salita si esaurisce dopo appena 500 metri di salita con una pendenza superiore al 10 per cento.

Roberto Zoncadi Roberto Zonca   
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