L'orso passeggia in città: è polemica perché la nuova legge ne può far uccidere fino a 8 esemplari
Varie incursioni di orsi in Val di Sole (e non solo). La provincia ha una nuova norma a disposizione per catturarli, e ucciderli. Gli animalisti sul piede di guerra

Il letargo è finito già da un po'. Loro, in cerca di cibo, si avvicinano sempre di più al centro abitato. Lo attraversano, con fare indolente, i turisti scattano foto, qualcuno si spaventa, durante gli scrutini per le Europee sono state chiuse le porte di una scuola, con i cittadini bloccati. Scene di ordinaria convivenza tra Uomo e Natura in Trentino. Ma da qualche anno, questo rapporto non funziona più. Puntualmente, gli orsi scendono a valle e la Provincia subito dichiara di volerli catturare. A differenza degli altri anni, il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha fatto approvare una legge che prevede la cattura, e l'abbattimento di 8 orsi l'anno, adducendo la motivazione di un "affollamento". Gli animalisti stanno combattendo con proteste e carte, e ricorsi, con risultati altalenanti, ma dichiarano che non si arrendono e che l'estate sarà caldissima. Questa volta il riferimento non è al cambiamento climatico. Questo il quadro. Veniamo ai fatti.
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Avvistamenti e allarmi
Nelle ultime settimane sono aumentati gli avvistamenti in Val di Sole, proprio dove lo scorso anno morì il runner Andrea Papi, aggredito mortalmente da un orso nei boschi. Ora i plantigradi si spingono fin nei paesi: a Bozzana una settimana fa uno si aggirava nei pressi di un seggio e la scorsa notte un altro esemplare nel centro di Malè dove fino a pochi minuti prima c'era stata una festa con bambini.
Avvistamenti anche in Veneto, nel bresciano e appunto in Trentino dove la popolazione di plantigradi è in crescita e si stima che gli esemplari siano - almeno - un centinaio.
A Malè nella notte tra sabato e domenica un esemplare è stato visto nel pieno centro del paese, di fronte all'entrata della scuola materna. Il plantigrado si è poi diretto verso il cimitero, a 50 metri dal Comune, dalla chiesa e dalle scuole elementari.
Si possono uccidere fino a 8 orsi l'anno
Fino a poco prima, a pochi metri dal luogo dell'avvistamento, si era svolta una serata per bambini e giovani con musica e dj. I cittadini del Comune di Malé e di tutta la Val di Sole "con forza reclamano interventi urgenti e risolutivi della situazione", recita l'appello diffuso dall'amministrazione del paese della valle di Sole.
«Un evento - scrive la giunta comunale - che aggrava il clima già teso degli ultimi giorni, dato che il sabato precedente una persona era scomparsa e le ricerche organizzate dai vigili volontari del fuoco, soccorso alpino, forze dell'ordine e semplici volontari e amici erano state indirizzate sulle pendici del monte Peller, a brevissima distanza del luogo del ritrovamento del corpo di Andrea Papi. Le operazioni di ricerca sono state difficoltose per la presenza di plantigradi nella zona, confermata peraltro dall'avvistamento di un esemplare dai vigili del fuoco in località Bait de le Cune. Anche il giorno successivo, durante una festa organizzata dalla Sat sul rifugio Mezol, con un centinaio di persone presenti, è stato avvistato un esemplare di orso».
La giunta di Malè chiede che vengano «immediatamente messi in sicurezza gli operatori della protezione civile, dotandoli almeno dello spray anti orso per poter agire in sicurezza. In secondo luogo occorre iniziare una seria gestione del problema orso, con controllo dei numeri dei capi attraverso il corpo forestale e immediata rimozione degli esemplari problematici e confidenti; le soluzioni finora adottate, come i cassonetti anti orsi già installati nel Comune di Malé, si dimostrano non sufficienti e semplici palliativi. La Provincia già oggi può e deve comunque intervenire con gli strumenti legislativi vigenti e si sollecita, quindi, una seria e tempestiva presa in carico della situazione. L'amministrazione del Comune di Malé fa appello a tutte le istituzioni in grado di agire (Unione Europea, Stato e Provincia), per evitare che in futuro avvengano accadimenti dolorosi e drammatici», è l'appello dell'amministrazione comunale.
È semplice convivenza, sottolineano le associazioni ambientaliste, che hanno risposto per le rime.
"Si impari dall'Abruzzo"
«Il consigliere Claudio Cia, che ha diffuso il video dell'orso nell'abitato di Malé, sostenitore della legge trentina che prevede l'abbattimento fino a otto orsi l'anno, probabilmente non considera quanto la mancanza di adeguate misure di prevenzione per mettere in sicurezza residenti, escursionisti e gli animali stessi possa causare lo sconfinamento della fauna selvatica nei centri abitati. Non possiamo non attuare un paragone con la gestione degli orsi nel Parco nazionale Abruzzo, Lazio e Molise dove, per mettere in sicurezza gli orsi, si pongono anche divieti temporanei di circolazione. La Provincia autonoma di Trento ha ancora molto da imparare in tema di gestione della fauna selvatica». Così l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che raccomanda, «anche in maniera propositiva, all'amministrazione guidata da Maurizio Fugatti di adottare strumenti incruenti di deterrenza e prevenzione che favoriscano una serena convivenza animale-uomo».
"Normale convivenza"
«Questa situazione è figlia di tutto ciò che la Provincia non ha fatto o ha fatto troppo tardi, come i cassonetti anti-orso», tuona Massimo Vitturi, responsabile della Sezione animali selvatici della Lav. «Ora i cassonetti li stanno installando, ma nel frattempo gli orsi si sono abituati a frequentare i centri urbani: con 100 orsi in circolazione, non è straordinario incrociarli. L’unica cosa straordinaria è l’inerzia della Provincia. Dal 2021 come Lav abbiamo portato avanti con il Parco Adamello Brenta un progetto di informazione: quest’anno è stato improvvisamente cancellato». Ma Vitturi ha nel mirino anche i siti di foraggiamento degli ungulati gestiti dai cacciatori per attirare le prede: «Questi siti attirano anche i plantigradi e li rendono confidenti con gli umani, dei quali sentono gli odori. Abbiamo chiesto di rimuoverli ma ovviamente non l’hanno fatto: abbiamo presentato un ricorso al Tar».