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In Parlamento con il proprio cane o gatto al guinzaglio, mentre il luogo dell'addio è cult

C'è chi ne ha seppelliti 22 e chi va a trovare il suo amato Fido dopo anni, ma tra poco potranno entrare in Senato. Sta accelerando a Palazzo Madama il regolamento per il via libera agli animali da compagnia

di Tiscali Ambiente   

Presto, molto presto, cani e gatti avranno un pass per entrare in Parlamento. Dalla porta principale, al fianco dei loro padroni. Infatti sta accelerando in Senato il regolamento per il via libera agli animali da compagnia -cani e gatti, almeno per il momento- che verranno dotati di passi per gli uffici di Palazzo Madama. I questori Nastri, De Poli e Meloni  stanno cercando di trovare la formula che accontenti tutti e che consenta di poter girare nei corridoi di Palazzo Madama con il proprio cane o gatto al guinzaglio.

Se sembra un'idea estrema, c'è una testimonianza di quanto la politica non possa rinunciare al proprio amico a quattro zampe. Ed è Luigi Molon, 76 anni, proprietario di Casa Rosa, dimora nella zona del Portuense a Roma, l'unico cimitero italiano autorizzato alla sepoltura degli animali, con tanto di nome e lapide. Nella struttura, il veterinario oggi in pensione, ospita un migliaio di spoglie degli amati quattro zampe. E all'Adnkronos racconta: «Non mi stupisce affatto questa novità, sapesse quanti sono i politici, anche senatori, che sono miei clienti, ieri uno di loro è venuto a trovare il suo animale che sta qui da un po' di tempo...». 

«Negli ultimi dieci anni è stato un boom di politici che sono arrivati per poter dare sepoltura a cani e gatti - spiega - Ce ne sono alcuni che vengono almeno una volta al mese a trovare chi hanno lasciato qui, spesso tra le lacrime». Nomi non se ne fanno. Ma sui numeri Molon non si tira indietro: «C'è un politico che ha fatto seppellire 22 tra cani e gatti, un altro ne ha poi quattro....», dice in un elenco che non si ferma alle dita di una mano.

Negli anni tanti sono stati i cani e gatti dei vip della politica a trovare l'eterno riposo qui. La prima sepoltura fu però pre-repubblicana, di regime: «Nel '23 -ricorda Molon- mio padre Antonio, che era il veterinario di Mussolini, si occupò di tumulare la gallina del Duce, con cui giocavano i figli Romano, Vittorio e Bruno». Sempre a Casa Rosa, riposano in eterno i cani di Casa Savoia. Poi non mancarono i presidenti della Repubblica, come Leone e Pertini: il primo lasciò qui gli amati gatti, l'ex partigiano invece il suo barboncino gigante di nome Trick. A Casa Rosa vengono tumulati anche altri animali, meno mansueti, che al Senato non vedremo di sicuro. «Un cliente mi ha portato un leone, un altro una tigre, ma almeno era cucciola, mentre il leone non so proprio come poteva averlo a casa...».

di Tiscali Ambiente   
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