Non ce l'ha fatta Angelo, il cane simbolo del disastro degli incendi in Sardegna
Veniva medicato quattro volte al giorno dai veterinari della Clinica Duemari di Oristano, punto di riferimento negli ultimi dieci giorni per gli animali rimasti gravemente ustionati dalle fiamme. Tra loro, anche la cerbiatta 'Lussurzesa', trovata accanto alla carcassa della madre
"Non soffre più". Sono bastate queste poche parole, postate nella notte dalla Clinica Duemari di Oristano, e oltre 40 mila persone hanno capito: sopravvissuto all'incendio che ha devastato l'Oristanese a fine luglio, il cane Angelo non ce l'ha fatta. La foto che lo mostrava gravemente ustionato, dopo che il volontario da cui ha preso il nome l'aveva salvato, ha atto il giro del web, diventando il simbolo delle sofferenze patite dagli animali nell'implacabile rogo.
Quattro ore prima della comunicazione del decesso, i veterinari della clinica dove Angelo era stato portato avevano avvertito che le cose volgevano al peggio: "Il suo organismo sta cedendo". Il cane, come la cerbiatta 'Lussurzesa' trovata nelle campagne di Santulussurgiu accanto alla carcassa carbonizzata della madre, era uno degli animali riusciti a sopravvivere al fuoco che ha distrutto il Montiferru.
"Mi dispiace smontare la storia romantica del cane che si è fatto bruciare per non abbandonare le sue pecore", aveva precisato Angelo Delogu, il volontario che aveva soccorso l'animale confidando che si sarebbe salvato. Ma nonostante le medicazioni quattro volte al giorno, gli antidolorifici e gli antibiotici, le condizioni del cane sono peggiorate.
Intanto, alla clinica continuano ad affluire animali feriti nell'incendio cominciato la sera del 24 luglio e che ha continuato a imperversare per una settimana. Ieri è arrivata una femmina di cinghiale da Cuglieri (Oristano), con ustioni alle zampe, com'è accaduto a 'Lussurzesa' che, intanto, sta meglio, anche se i veterinari hanno rimediato qualche contusione nel tentativo di curarla.