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Com'è bella la Terra vista dalla Luna: viaggio attraverso immagini e curiosità del sogno spaziale

Da Jules Verne al cinema muto alle imprese spaziali del dopoguerra, il sogno spaziale celebrato anche a Parma da una mostra con scatti originali della NASA

Stefania Elena Carnemolladi Stefania Elena Carnemolla   

Il 6 maggio 1970 Ernst Stuhlinger - scienziato e ingegnere tedesco naturalizzato statunitense all’epoca direttore scientifico associato del Marshall Space Flight Center della NASA - rispose con una lettera asuor Mary Jacunda, missionaria a Kabwe, nello Zambia, che chiedeva perché spendere milioni di dollari per la ricerca spaziale invece che destinarli ai bambini che morivano di fame. Ernst Stuhlinger le ricordò allora che il programma spaziale avrebbe potuto dare un contributo contro la povertà e la fame nel mondo grazie ai satelliti artificiali capaci di schermare vaste aree del pianeta in poco tempo, di osservare lo stato e le condizioni di colture, suolo, siccità, precipitazioni, coperture nevose, con le informazioni trasmesse alle stazioni di terra. 

Una fotografia iconica della Terra 

Ernst Stuhlinger inviò la sua lettera insieme a una copia di Earthrise, fotografia della Terra scattata il 24 dicembre 1968 dall’astronauta Bill Anders durante la missione Apollo 8 pensata per orbitare intorno alla Luna, riprenderne la superficie per individuare i siti di allunaggio per le future missioni e rientrare in sicurezza sulla Terra.

Sulla navicella, lanciata il 21 dicembre di quell’anno con il razzo Saturn V, oltre a Bill Anders, pilota del modulo lunare, c’erano Frank Bormann, il comandante, e Jim A. Lovell, pilota del modulo di comando. Dopo aver compiuto tre orbite intorno alla Luna e mentre la navicella si preparava alla quarta, l’equipaggio fu testimone per la prima volta nella storia dell’umanità del sorgere della Terra al di là della superficie grigia e desolata della Luna. Fu Bill Anders il primo a vederla - Oh, my God! Look at that picture over there! Here’s the Earth coming up. Wow, is that pretty! - scattando una fotografia in bianco nero, quindi altre a colori.

Earthrise © NASA

Fu una pietra miliare nella storia dell’esplorazione spaziale e della percezione dell’umanità del proprio pianeta - la prima fotografia della Terra dall’orbita lunare era stata, infatti, scattata il 23 agosto 1966 dal satellite Lunar Orbiter 1, che riprese solo metà del pianeta da Città del Capo a Istanbul e con le regioni più orientali immerse nell’oscurità.

La prima fotografia della Terra dall’orbita lunare scattata il 23 agosto 1966 dal satellite Lunar Orbiter 1 raffigurata prima e dopo il restauro © NASA

L’immagine della Terra, che brulicava di vita sospesa nell’oscurità dello spazio, grazie alla missione Apollo 8, divenne così simbolo della bellezza e della fragilità del pianeta, in opposizione alla Luna, grigia e senza vita. Un’immagine iconica. Nel 2003 gli editori del magazine LIFE pubblicarono, ad esempio, una raccolta fotografica dal titolo 100 Photographs that Changed the World scegliendo come immagine di primo piano per la copertina Earthrise, giudicata dal fotografo, fotoreporter, scalatore, alpinista e scrittore Galen Rowell “la più influente fotografia naturalistica mai scattata”. Nel 2016 Time, altro prestigioso magazine, considerò in un suo progetto Earthrise tra le cento immagini più influenti di tutti i tempi.

100 Photographs that Changed the World © LIFE

“La fotografia che le allego con questa lettera” scriverà, infatti, Ernst Stuhlinger a suor Mary Jacunda “mostra la nostra Terra vista dall’Apollo 8 mentre orbitava attorno alla Luna nel Natale del 1968. Di tutti i meravigliosi risultati del programma spaziale, finora questa immagine è forse la più importante. Ci ha aperto gli occhi sul fatto che la nostra Terra è un’isola bellissima e preziosa in un vuoto illimitato, e che non c’è altro posto dove vivere se non il sottile strato superficiale del nostro pianeta, delimitato dal nulla cupo dello spazio. Mai prima d’ora così tante persone hanno riconosciuto quanto fosse limitata la nostra Terra e quanto fosse pericoloso manomettere il suo equilibrio ecologico. Da quando questa foto è stata pubblicata per la prima volta, le voci sono diventate sempre più forti avvertendo dei gravi problemi che l’uomo deve affrontare ai nostri giorni: inquinamento, fame, povertà, vita urbana, produzione alimentare, controllo delle risorse idriche, sovrappopolazione. Non è certo un caso se iniziamo a vedere gli enormi compiti che ci aspettano in un momento in cui la giovane era spaziale ci ha fornito la prima bella occhiata al nostro pianeta”.

Colore blu marmo

Prima della partenza, racconterà Bill Anders in Earthrise - documentario del regista e compositore britannico Emanuel Vaughan Lee presentato in anteprima il 21 aprile 2018 al Tribeca Film Festival - c’era “essenzialmente zero interesse” per le immagini della Terra dallo spazio. Tutto, però, è cambiato quando gli astronauti hanno visto per la prima volta il loro pianeta: “Sembrava l’unica cosa in tutto l’universo” dirà Frank Borman nel documentario “tutto questo vuoto nero come l’inchiostro, e la Terra era lì con questa bellissima tonalità blu, blu marmo”. Celebre anche la frase di Bill Anders: “Eravamo andati lassù per esplorare la Luna e la cosa più importante che abbiamo scoperto è la Terra”. In Earthrise in 4K il Goddard Space Flight Center della NASA ha, ad esempio, ricostruito con immagini e gli audio originali della conversazione dell’equipaggio il momento in cui Bill Anders, Frank Borman e Jim Lovell assistettero allo spettacolo del sorgere della Terra.

Video

Earthrise in 4K

Ricostruzione avvistamento della Terra durante la missione Apollo 8 del dicembre 1968

L’immagine della Terra color marmo blu caratterizzerà altre missioni, come l’Apollo 11 - la missione del 1969 dello sbarco sulla Luna, la più celebre, che può essere rivissuta grazie al progetto multimediale Apollo 11 in Real Time – o l’Apollo 17, dove a rafforzare il senso di iconicità è la Terra sullo sfondo, in particolare negli scatti con la bandiera statunitense in primo piano. 

L’astronauta Eugene Andrew Cernan l’11 dicembre 1972 sul suolo lunare accanto alla bandiera statunitense durante la missione Apollo 17 © NASA

Tra cinema muto e cinegiornali

Nè ai primi del Novecento fu da meno il cinema muto con Le Voyage dans la Lune di Georges Méliès, del 1902, considerato il primo film di fantascienza e con protagonisti alcuni astronomi che dopo un congresso decidono di sparare una navicella sulla Luna, con loro a bordo, che ricorda la capsula lunare dell’illustratore francese Émile-Antoine Bayard per Autour de la Lune romanzo del 1870 di Jules Verne.

Illustrazione per Autour de la Lune di Jules Verne © Émile-Antoine Bayard

Con lo scrittore britannico H. G. Wells e del compositore e violoncellista tedesco naturalizzato francese Jacques Offenbach, Jules Verne fu, infatti, tra le fonti di Georges Méliès.

Video

Voyage dans la Lune

Primo film di fantascienza su un viaggio alla luna

Il cinema, la fotografia e i nuovi media hanno, così, contribuito a fare dell’esplorazione dello spazio un’esperienza all’interno dell’esperienza originaria, tutto all’insegna della meraviglia, come quando, il 1° febbraio 1961 il cinegiornale italiano La Settimana Incom, nato nel dopoguerra, dedicò un servizio al lancio da Cape Canaveral nell’ambito della missione Mercury-Redstone 2 di Ham, scimpanzè della NASA, nel servizio chiamato scimponauta Prosciutto, ancora in ossequio all’autarchia linguistica, retaggio del fascismo, con l’italianalizzazione, in questo caso, di termini e nomi stranieri.

Video

Lo scimponauta ci ha aperto la strada

Servizio del cinegiornale La Settimana Incom sul lancio dello scimpanzè NASA Prosciutto nello spazio

Un simulatore di viaggio interplanetario

Pochi anni prima, nel 1958, a Milano, con il sogno dei viaggi verso la Luna entrato ormai a far parte dell’immaginario collettivo di molti italiani, in occasione della Fiera Campionaria fu allestita la mostra Primi passi nello spazio dedicata ai futuri sviluppi del settore spaziale e con l’esposizione di un simulatore di viaggio interplanetario. 

Simulatore di viaggio interplanetario © Archivio Storico Fondazione Fiera Milano

Il simulatore divenne, quindi, protagonista, su disegno di Walter Molino, della copertina del numero del 20 aprile di quell’anno del settimanale La Domenica del Corriere: “Milano-Luna e ritorno. Fra le novità della trentaseiesima Fiera Campionaria, il massimo interesse ha suscitato la mostra ‘Primi passi nello spazio’ dove il pubblico può sperimentare le sensazioni, per lo meno visive, di un viaggio interplanetario. Si tratta di una specie di abitacolo di astronave, dal quale i visitatori, attraverso degli oblò, possono godere - grazie a un abile gioco di scenografie e di proiezioni - gli stessi allucinanti panorami spaziali che si presenteranno, tra alcuni anni o decenni agli autentici pionieri della Luna; specialmente impressionante lo spettacolo della Terra che si allontana sempre più, mentre la Luna ingigantisce fino ad apparire vicinissima”.

Simulatore di viaggio interplanetario su disegno di Walter Molino © Domenica del Corriere

Hotel sulla Luna

Già due anni prima, nella quarta di copertina del numero del 12 febbraio 1956, La Domenica del Corriere aveva allettato i propri lettori, su disegno sempre di Walter Molino, con il progetto di un hotel sulla Luna per il ristoro dei futuri turisti spaziali: “Un grande albergo sulla Luna. Seguendo l’esempio di padre Alfred Baldwin, un sacerdote britannico che ha prenotato un pezzo di terreno sul satellite per costruirvi una chiesa cattolica, Mr. Eddie Dissat, di Nizza, ha inviato un assegno all’Associazione per lo sviluppo interplanetario per l’acquisto di un appezzamento sul quale erigerà un albergo. Nella lettera che accompagna l’assegno Mr. Dissat ha scritto: ‘E’ indispensabile che i turisti, che si prevedono numerosi, trovino un buon hôtel per riposarsi dalle non lievi fatiche del lungo viaggio’”.

Dagli anni 2000 il turismo spaziale è un must per terrestri ricchi e danarosi, annoiati dal turismo convenzionale.

Hotel sulla Luna su disegno di Walter Molino © Domenica del Corriere

The Bright Side of the Moon 

Intanto dal 17 ottobre al 24 novembre gli amanti o i semplici curiosi delle avventure spaziali potranno visitare allo Spazio BDC28 - una chiesa sconsacrata nel centro storico di Parma e luogo, iniziativa di Lucia Bonanni e Mauro Del Rio, dedicato all’arte contemporanea - la mostra, a margine del ColornoPhotoLife alla Reggia di Colorno, The Bright Side of the Moon, pensata per celebrare i cinquant’anni dello sbarco sulla Luna. In esposizione, accanto ai due roadbook della missione Apollo 13 e Apollo 15, 170 fotografie vintage dagli archivi NASA sui primi lanci e training (1950-1966) e le missioni dei programmi Mercury (1960-1963), Gemini (1964-1966) e Apollo (1966-1972). 

Agena Target Docking visto dalla navicella (11 novembre 1966) © NASA courtesy Photology

La mostra è una riflessione sul ruolo della fotografia nel programma spaziale americano tra gli anni Sessanta e Settanta. La fotografia, spiegano gli organizzatori, fu, infatti, “un elemento chiave nell’operazione mediatica” della NASA per “catturare l’attenzione del pubblico e risvegliare un sentimento collettivo di partecipazione al piano di esplorazione dello spazio”. Gli scatti in esposizione, già in mostra in grandi musei del mondo fra cui il Metropolitan Museum of Art di New York, sono quelli usati originariamente dalla NASA come “oggetto di studio e approfondimento scientifico” o ancora “documentazione ufficiale da sottoporre gli investitori” o semplicemente per “scopi pubblicitari e di divulgazione”. Immagini la cui autenticità, spiegano ancora gli organizzatori, è avvalorata dalla tipologia di pellicola, dal carattere fotografico e dal timbro dell’ente spaziale.

Astronauta fotografato accanto al modulo lunare e ad un rover lunare © NASA courtesy Photology

Immagini in bianco e nero o a colori di grande pregio, con le prime  “normalmente prodotte durante il periodo di training precedente l’operazione spaziale” e, quelle a colori, “scattate nella fase del lancio e della missione” e che oltre a vantare un “induscutibile valore scientifico, storico e culturale” possiedono “un’intrinseca e intramontabile qualità artistica” che “documenta la bellezza della Terra e degli altri oggetti celesti, catturando allo stesso tempo il coraggio e l’audacia dello spirito umano”.

La mostra, a ingresso gratuito, sarà aperta tutti i venerdì, sabato e domenica dalle 16 alle 20 nella location di Borgo delle Colonne al civico 28.                     

Abbiamo parlato di

Marshall Space Flight Center Website | Twitter | Facebook | Instagram | Flickr | YouTube

NASA Website | Twitter | Facebook | Instagram | Pinterest | Flickr | YouTube | Tumblr | LinkedIn

100 Photographs. The Most Influential Images of All Time Website

Earthrise Website

Tribeca Film Festival Website | Twitter | Facebook | Instagram | Tumblr | YouTube

Earthrise in 4K Video

Goddard Space Flight Center Website | Twitter | Facebook | Instagram | Flickr | YouTube

Apollo 11 in Real Time Website

Le Voyage dans la Lune Video

Lo scimponauta ci ha aperto la strada Video

Spazio BDC28 Facebook

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Reggia di Colorno Website | Twitter | Facebook | Instagram

The Metropolitan Museum of Art Website | Twitter | Facebook | Instagram | Pinterest | YouTube

 

Stefania Elena Carnemolladi Stefania Elena Carnemolla   
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