Gli alieni sono tra di noi e mangiano le piante. Ecco dove vivono i primi venti "ricercati" più pericolosi d'Europa
La biodiversità minacciata da specie importate. Il coleottero giapponese, da solo, potrebbe mettere in ginocchio l'economia

Il nome non fa pensare a una minaccia vera e propria, ma la Popillia japonica si alimenta su più di 400 specie vegetali, tra cui alberi, arbusti e piante da fiore nutrendosi di foglie, ma anche fiori e frutti. Mentre le larve, che restano nel terreno, mangiano le radici. E tanti saluti alla produzione agricola. Infatti questo coleottero dai colori vivaci, in caso di forti infestazioni può portare danni irreversibili persino ai prati destinati ad attività sportive.
Il suo arrivo in Italia è avvenuto in sordina, ma adesso lo troviamo già in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Valle d'Aosta e a essere prese di mira sono state soprattutto le aziende vivaistiche a causa dell'alta concentrazione di "pappa pronta": l'insetto è capace di interferire sui costi di produzione di fiiera, con conseguenti perdite economiche importanti.

Il Crea - centro di ricerca, difesa e certificazione - ha messo a punto un progetto per contenere questa espansione e ha utilizzato degli altri insetti dannosi per attaccare le larve.
Leader in biodiversità
L’Italia è leader europeo della biodiversità: ospita circa 1/3 delle specie animali e la metà di quelle vegetali presenti nel Vecchio Continente. Vantiamo oltre 58.000 specie faunistiche e 6.700 specie di piante, di cui rispettivamente il 30% e il 15% vivono praticamente solo in Italia. Però è un patrimonio costantemente a rischio.
Dalla cimice asiatica al batterio Xylella, dalla Popillia japonica alla Tristezza degli agrumi, dal Punteruolo rosso alla Flavescenza dorata, dalla Vespa velutina alla Batteriosi del kiwi, alla mosca bianca: sono sempre di più le specie aliene – batteri, virus, funghi, insetti, acari e nematodi– che si sono introdotte accidentalmente nelle campagne italiane, facilitati dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione degli scambi, con ingenti ricadute sul piano ambientale, paesaggistico ed economico.
La scorsa estate è scattato l'allarme per il granchio blu, ma da allora poco o nulla è cambiato
Pericolo costante
Le specie aliene, insomma, sono una vera e propria dannazione. Chi non ha mai visto una pianta da terrazzo attaccata dalla cocciniglia? Ecco, sappiate che esite quella tartugata che sta provocando ingenti danni alle chiome degli alberi della macchia mediterranea. Non è solo una questione estetica, chiaramente: nutrendosi di linfa elaborata, provoca un grave indebolimento della pianta.
Per Alessandra Pesce, Direttrice del CREA Politiche e Bioeconomia, il problema numero uno è il cambiamento climatico, e mette in fila i numeri del disastro: oltre 37 mila specie aliene sono state introdotte in regioni ed ecosistemi di tutto il mondo, stima in crescita con ritmi vertiginosi. Di queste, più di 3.500 sono invasivi e dannosi nei nuovi ecosistemi, con un costo economico globale di circa 423 miliardi di dollari l’anno. Restringendo il campo all’agricoltura, la FAO stima i danni causati da parassiti fino al 40% della produzione globale, con un costo per l’economia del pianeta di oltre 220 miliardi di dollari l'anno.
Per Ispra in Italia sono state identificate 3500 specie aliene, e si va dalla zanzara tigre alla nutria. È la seconda minaccia della biodiversità e rappresenta il fattore chiave nel 54% delle estinzioni di specie animali conosciute.
Sono numerosi i progetti, anche a livello europeo, per contrastare le specie aliene invasive. Il ministero dell'Ambiente ha creato un fondo da 5 milioni l'anno per azioni contro queste specie. Soldi trasferiti alle regioni ma non tutte li hanno effettivamente spesi per arginare questa piaga.