La foca monaca è tornata a Capraia. Le immagini girate da Ispra e Parco nazionale
L’incredibile ritorno è dovuto all’istituzione di un’area marina protetta attorno alla grotta dove la foca monaca si riproduceva nel secolo scorso
Il Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri ha annunciato che «Dopo che circa 2 anni fa la foca monaca è stata avvistata a Capraia abbiano protetto la grotta dove la foca monaca si riproduceva nel secolo scorso. Le azioni si tutela di monitoraggio per specie così rare ed elusiva sono uno dei compiti dei parchi, così come l’eradicazione delle specie aliene». Prima del 2020, dagli anni ’70 – ’80 in poi a Capraia non si segnalavano più avvistamenti di foche monache. Le ricercatrici Ispra Sabrina Agnesi’ ha ricordato che «la foca monaca era stata considerata scomparsa nei mari italiani dagli anni ’80- Ma le segnalazioni degli ultimi 20 anni provenienti da cittadini ci dicono che la presenza della foca monaca sta nuovamente aumentando, soprattutto nelle aree dove erano presenti in precedenza. Anche nell’Arcipelago toscano, come al Giglio e Capraia e al largo di Pianosa.
L'istituzione dell'area marina protetta
A Capraia Ispra ha avvistato nel giugno 2020 un esemplare che dormiva nella grotta della foca monaca. Dopo il campionamento del materiale fecale, il parco ha deciso di monitorare la grotta con due videocamere (in infrarosso), una all’interno e una all’esterno, collegate in tempo reale con Ispra e Parco». L’altra ricercatrice Ispra, Giulia Mo ha ricordato che «nel 2022, grazie a un finanziamento della Blue Foundation, è stato avviato un monitoraggio con foto-trappole delle altre grotte idonee e/o frequentate in passato dalle foche monache».
Negli ultimi giorni la foca monaca è ritornata a Capraia e ha dormito per una decina di ore nella grotta, fornendo l’occasione di girare immagini eccezionali. La foca monaca è entrata nella grotta alle 21,30 e ne è uscita alle 6,30 di mattina.
La sindaca di Capraia Marida Bessi ha detto che «il ritorno della foca monaca conferma la giustezza della scelta fatta di proteggere il mare di Capraia e di valorizzare il capitale naturale di un’isola selvaggia, con una ricaduta economica e turistica. Queste immagini meravigliose sono utili a capire che vale la pena rinunciare a entrare in una grotta e a rispettare i vincoli posti».
Le immagini girate a Capraia sono il filmato di una foca monaca più “lungo” nel Mediterraneo italiano dal secolo scorso. Le ricercatrici Ispra stanno cercando di capire, attraverso l’analisi del video, quale età abbia l’esemplare, quel che è sicuro è che non si tratta di un maschio adulto e nemmeno di un cucciolo. Una foca monaca adulta è lunga più di 2 metri e pesa qualche centinaio di Kg.
E’ importante che la foca frequenti una grotta “storica” utilizzata in passato per riprodursi in tempi storici e che è importante che la foca consideri la grotta di Capraia un’area tranquilla e priva di disturbi.
Agnesi e Mo dicono che «Non si può escludere che nell’Arcipelago Toscano ci siano altre foche monache adulte e che possano trovare partner tra gli individui che frequentano Corsica e Sardegna o altre aree del Mediterraneo. Quindi non meraviglia che una femmina adulta gravida potrebbe partorire nell’Arcipelago Toscano, oppure che la foca monaca stia esplorando le grotte idonee. Non si può comunque escludere che animali così schivi possano partorire o addirittura aver già partorito nei mari italiani».
Sammuri ha concluso: «Speravamo che la foca monaca tornasse nella grotta, vederla è stata un’emozione unica. La foca monaca dà un’occasione in più a un’isola meravigliosa, riprese di una foca monaca in grotta così in Italia non ce le ha nessuno, ce l’ha solo Capraia. E’ la dimostrazione che il turismo ben gestito può convivere benissimo con la protezione del mare».