Non solo vino: con l'uva adesso si realizzano anche i cosmetici
E' l’iniziativa Bestmedgrape che punta a supportare la formazione di nuove startup innovative, espandendo le opportunità di lavoro nel settore agricolo e industriale

Dice un proverbio: alle volte vale più la feccia che il vino. A giudicare dalle intenzioni del Eni Cbc Med - il programma di cooperazione transfrontaliera nell'area del vicino Mediterraneo - sembrerebbe proprio di sì. L'uva, infatti, è uno dei prodotti più importanti della tradizione enogastronomica dei paesi nell’area del Mediterraneo. Per valorizzare ancora di più la produzione vinicola in un’ottica di sviluppo sostenibile, l’iniziativa Bestmedgrape punta a supportare la formazione di nuove startup innovative, espandendo le opportunità di lavoro nel settore agricolo e industriale.
Il progetto – iniziato nel settembre 2019 – vede coinvolti i paesi del bacino Euro-Mediterraneo, ed è guidato dall’Università degli Studi di Cagliari, con il supporto della Regione Sardegna. Lo scopo principale di Bestmedgrape è di promuovere un cambio di attitudine nel modo in cui aziende e industrie vivono la produzione vinicola, favorendo un approccio ecosostenibile e intelligente allo smaltimento dei rifiuti. È così che dal riutilizzo degli scarti della macerazione delle uve sarà possibile produrre prodotti cosmeceutici e nutraceutici nano formulati. Riconvertendo i rifiuti mediante l’utilizzo di nanotecnologie sarà possibile, infatti, estrarre le parti funzionali e trasformarle in bio-attivi per la realizzazione d’integratori alimentari e prodotti cosmetici.
I primi laboratori sono stati già avviati dallo scorso autunno, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari. Le vinacce - gambi, bucce e semi d'uva - sono così selezionate e coltivate nella Banca del Germoplasma, mentre nei “living labs” organizzati dal Crea – Centro Servizi di Ateneo per l’innovazione e l’imprenditorialità dell’Università di Cagliari – e dal Cnr – Consiglio Nazionale delle Ricerche di Sassari - avviene l’estrazione dei fitocomplessi. In Sardegna le aziende finora coinvolte sono le Cantine Argiolas, la Icnoderm e l’Istituto tecnico Ottone Baccaredda.
Oltre a favorire l’economia circolare e la formazione di nuovi posti di lavoro, la riconversione delle vinacce in prodotti di consumo contribuirà attivamente a promuovere la sostenibilità ambientale e la biodiversità nelle aree del Mediterraneo e a ripulendo le zone agricole dagli scarti della lavorazione, potenzialmente nocivi per i nuovi raccolti. Bestmedgrape vede coinvolti Italia, Francia, Tunisia, Libano e Giordania in una partnership “tra cugini”, all’insegna dell’innovazione e del rispetto per il territorio. L’intero progetto avrà un costo complessivo di 3,3 milioni di euro, di cui 2,6 finanziati dall’Unione Europea e il restante 20% dai governi nazionali dei cinque paesi.