La Sardegna una terra da scoprire a passo lento e fuori stagione
Ne è convinto l’assessore al turismo della Regione, Gianni Chessa, che a Milano ha rilanciato le sue ricette per la tanto decantata destagionalizzazione
Dopo una stagione record che ha visto milioni di turisti sbarcare sull’Isola è il tempo di bilanci certo, ma soprattutto di programmazione per il 2023. La Regione Sardegna, ma soprattutto i principali protagonisti della filiera del turismo richiedono il cambio di passo per la vera e propria destagionalizzazione da più parti auspicata, ma mai di fatto realizzata. La sfida di un turismo 365 giorni all’anno è certamente complessa, ma non impossibile. La bellezza dei territori, la storia, le tradizioni, l’enogastronomia creano un mix unico al mondo che solo la Sardegna può proporre. Una consapevolezza che negli ultimi anni si sta sempre di più radicando da nord a sud dell’Isola e che in Regione ha trovato la sponda per cercare di raggiungere l’obiettivo. Non a caso pochi giorni fa si è svolta a Milano la seconda edizione di “Sardegna, terra di Cammini tutto l’anno” con il coinvolgimento di esperti, amministratori locali, giornalisti, guide ambientali escursionistiche, tour operator e costruttori di cammini, E nell’occasione è stata presentata la seconda edizione di “Noi Camminiamo in Sardegna” che si terrà nell’autunno del 2023. «Il turismo lento e sostenibile - ha commentato l’assessore al turismo della Regione Sardegna Gianni Chessa - rappresenta uno strumento di crescita per le zone interne della Sardegna, un’arma in più per combattere lo spopolamento, che da anni incombe sul futuro dell’Isola. Per frenare la fuga dalla Sardegna, soprattutto dei giovani, dobbiamo creare maggiori opportunità di sviluppo economico e occupazionale, e anche la crescita di alcuni segmenti di turismo, finora poco considerati, può dare impulso ad una svolta». Da alcuni anni, la Regione Sardegna sta investendo maggiormente nel turismo dei Cammini, anche di tipo religioso, nella convinzione che con questa proposta turistica si possa incidere anche sull’allungamento della stagione e sulla valorizzazione delle zone interne. L’iniziativa di Milano ha dato l’opportunità di raccontare quest’altro lato della Sardegna e affascinare gli ospiti con il racconto di luoghi come le chiese del romanico: SS. Trinità di Saccargia, Santa Maria del Regno di Ardara e San Pietro di Sorres a Borutta, ma anche le destinazioni di pellegrinaggio come Dorgali, Galtellì, Gesturi-Genoni-Laconi, Sant’Antioco, Luogosanto, Orgosolo, Porto Torres, Borutta, ma anche l’idea di una via francigena sarda o i cammini minerari o la via dei santuari e delle “100 torri”. «La Sardegna è una terra da scoprire a passo lento - ha concluso, poi, Chessa - in qualsiasi stagione e ha le caratteristiche per diventare meta privilegiata dei numerosi appassionati del settore. Un modello di turismo esperienziale, arricchito dall’ambiente, dalle tradizioni culturali e dalle eccellenze enogastronomiche, che, tra itinerari culturali, borghi, cammini e destinazioni di pellegrinaggio, deve diventare parte fondamentale della nostra proposta turistica».