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BIT di Milano, valorizzare l’archeologia sarda

La statuaria preistorica in Sardegna come nuovo volano di un progetto divulgativo

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BIT di Milano, valorizzare l’archeologia sarda

Ne parlano a Milano nel corso del BIT Giorgio Murru, divulgatore e direttore museale, e Anthony Muroni presidente della Fondazione Mont’e Prama.

La Fondazione Mont’e Prama nasce con la precisa missione di valorizzare i beni archeologici del parco naturale del Sinis intento a dispiegare nuove istanze come il progetto di comunicazione Giganti prima dei Giganti, a cura di Giorgio Murru, destinato a diventare un sostanziale acceleratore dell’intera realtà archeologica in Sardegna. A sostenerlo è Anthony Muroni presidente della Fondazione, al BIT Borsa Internazionale del Turismo di Milano, il 14 febbraio nel corso di una presentazione flash presieduta da Giorgio Murru. 

Lo stand fieristico della Sardegna, affollato e vitale, è riflesso del cuore pulsante di un’isola che sa parlare della sua storia millenaria con struggente profondità, in uno slang moderno ed entusiasmante. 

Tema affrontato pochi giorni prima nell’Aula del Consiglio Regionale all’audizione della seconda e della quinta commissione in seduta congiunta sulle spese sostenute per promozione e comunicazione quando, sorvolando ad agili falcate le polemiche che hanno messo le intenzioni al centro di un dibattito in piena Finanziaria, Muroni dice che ogni anno l’assessorato al turismo dispiega risorse per la promozione turistica, come piccoli borghi e cammini, così com’è sempre avvenuto anche per l’area archeologica. Dettaglia poi che la manifestazione Archeologika, in passato organizzata dalla camera di Commercio alla Fiera, e costata un milione di euro, è stata poi affidata alla Fondazione come conseguenza naturale essendo un format dell’assessorato del Turismo.

Semplifica risoluto mentre ricorda che negli ultimi 48 anni «nessuno aveva mai fatto nulla per il sito di Mont’e Prama. - prosegue elencando i tre progetti finanziati, li rivendica e chiarisce - La Fondazione Mont’e Prama non si è occupata solo di promozione o di valorizzazione ma da un anno ha già dei progetti per infrastrutture nei siti del parco archeologico del Sinis, la partenza dei primi cantieri e il bando di 2,5 milioni di euro per l’accessibilità, 2 milioni per il centro servizi, con un progetto Pnrr definitivo e approvato dalla Sovrintendenza che andrà in appalto entro l’estate.» 

E al BIT di Milano, lontano dall’Aula del Consiglio Regionale il clima è disteso e progettuale: «In 48 anni nessuno aveva fatto nulla per il sito archeologico di Mont'e Prama, noi in un anno di attività - Anthony Muroni precisa - abbiamo già tre progetti finanziati, a Tharros non si facevano manutenzioni da 20 anni.»  

Molti gli intralci di tipo formale. Il nodo per Anthony Muroni resta la disponibilità dei terreni di proprietà dei privati: il Ministero dei Beni culturali da tempo ha stabilito che si possano espropriare, ma l'ente locale non è ancora riuscito a procedere.

«Su Mont'e Prama ci sono due milioni per tre diversi cantieri, due erano in fase di progettazione, sul terzo c'è un concorso internazionale di idee per la musealizzazione. -  ha aggiunto - Tre progetti finanziati e affidati che sono fermi non per responsabilità nostra: si tratta di un bene monumentale che ha un vincolo assoluto e le procedure per ottenere le autorizzazioni sono abbastanza lunghe.» 

Parole ed immagini si sono poi unite per raccontare l’epica delle statue nella preistoria in Sardegna, in un progetto che affonda le sue radici nel 2017 quando, con Archeofoto Sardegna, esordisce nel corso del Tourism di Firenze. Si tratta di un avvincente viaggio di 8000 anni che ha le sue origini proprio nell’imponenza di statue gigantesche, srotola una Sardegna ancestrale, quella dei Padri e delle Madri, delle loro complesse vicende che rendono l’isola un’enciclopedia del mondo antico. “Giganti prima dei Giganti” è il titolo di quello che oggi è stato definito come piano di comunicazione, ma ha l’aspetto di un percorso, il senso di una ricerca incessante condotta con rigore dall’intelligenza umana e appare come un lavoro destinato ai posteri perché imparato da uomini antichi, dalla mirabile statura.

Anna Maria Turra 

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