Bigfoot esiste, ma la mitica creatura non è ciò tanti pensano: lo studio
La ricerca statistica è stata condotta dalla dottoressa Floe Foxon, del dipartimento di Statistica dell'Università di Pittsburg. Di recente, la stessa professoressa, ha diffuso dei dati che putavano a sfatare il mito del mostro di Loch Ness

Bigfoot, la mitica creatura che tanti per decenni hanno tentato di immortalare con foto o video, esiste, ma potrebbe non esser ciò che ci si aspetterebbe. Uno studio statistico americano, condotto da un team di scienziati coordinati da Floe Foxon, del dipartimento di Statistica dell'Università di Pittsburg, ha raccolto informazioni sufficienti a identificare finalmente la vera natura della sfuggente creatura. A detta dei ricercatori, che hanno visto i risultati del proprio lavoro pubblicati in pre print sul sito della rivista bioRxiv, che è solita pubblicare studi di elevata valenza scientifica ma in “attesa di una revisione finale”, la creatura potrebbe esser banalmente un orso nero (Ursus americanus).

Lo studio
Per arrivare alla soluzione del mistero Foxon e colleghi si sono rivolti alla Bigfoot Field Researchers Organization, che per decenni ha tenuto traccia di tutti gli avvistamenti della creatura (a partire dal 1920), segnalati nelle foreste degli stati di Washington, Oregon e California (USA) e anche ad Alberta e nella Columbia britannica (Canada). Sia chiaro, non è la prima volta che la misteriosa figura viene ricondotta ad una specie di orso.
Fantasia senza limiti
Per meglio capire Foxon ha messo a confronto l’elenco degli avvistamenti Bigfoot con la mappa delle aree popolate dall’Ursus americanus. I risultati, evidenziano i ricercatori, sono palesi e (quasi) inconfutabili. Le segnalazioni di Bigfoot sono avvenute sempre nei territori dell’orso, e con una casistica precisa di un avvistamento ogni 900 orsi presenti nell’area. Per i ricercatori la conclusione è dunque ovvia: il Bigfoot “esiste”, in quanto gli avvistamenti sono reali, ma la sua natura mitica è da ricondurre alla fervida immaginazione dell’uomo.
“Gli avvistamenti di Bigfoot erano associati in modo statisticamente significativo alle popolazioni di orsi – spiega la dottoressa Foxon - in modo tale che, in media, è previsto un ‘avvistamento’ ogni poche centinaia di orsi. Sulla base di tali considerazioni statistiche è probabile che molti presunti avvistamenti appartengono in realtà a specie conosciute erroneamente identificate”.
La Foxon non è nuova a studi statistici di questo tipo
Di recente ha diffuso infatti anche i risultati di una ricerca che mirava a sfatare il mito del mostro di Loch Ness, nient’altro che una anguilla di enormi dimensioni ancora sconosciuta alla scienza. Bigfoot sarà dunque soltanto un orso nero? La ricerca statistica della Foxon sarà sufficiente a rasserenare i tanti che sostengono un’origine differente e decisamente più misteriosa?