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Moda più sostenibile? Tante soluzioni per un look a basso impatto

Tessa Gelisiodi Tessa Gelisio   
Moda più sostenibile? Tante soluzioni per un look a basso impatto

Una moda più sostenibile è possibile? Sì, prestando attenzione a ciò che indossiamo. Il rispetto dell’ambiente passa anche dall’armadio di casa, con la scelta di tessuti a basso impatto e di brand virtuosi in fatto di riciclo, riduzione delle emissioni e risparmio di risorse preziose come l’acqua. E chi mi segue da tempo lo sa: tengo al mio look, ma sempre prestando attenzione a ridurre il mio impatto ambientale.D’altronde, oggi non mancano di certo le alternative: possiamo dare nuova vita a vecchi capi, ad esempio, o più semplicemente affidarci a tessuti di origine naturale oppure ad aziende che hanno fatto del riciclo dei filati la loro vocazione. Ho quindi raccolto per voi alcune idee per non rinunciare a comodità, glamour ed eleganza, il tutto in modo più sostenibile.

Moda più sostenibile: si parte dalla casa

Quando pensiamo alla moda, siamo soliti immaginare gli abiti da sera da sfoggiare nelle grandi occasioni o, ancora, ai look da ufficio. Eppure, la maggior parte della nostra spesa in vestiario avviene sugli abiti da casa: dai pigiami alla biancheria, i vestiti di tutti i giorni vengono spesso sottovalutati.Sono sottovalutati innanzitutto sul fronte della salute, poiché spesso si dimentica che la pelle rimane a contatto per moltissime ore con questi tessuti, che dovranno quindi essere il più possibile traspiranti e antiallergenici. Ma anche sul fronte dell’impatto ambientale: quanti magari scelgono tessuti sintetici, poiché maggiormente a buon mercato?Innanzitutto, scegliamo sempre fibre naturali – come cotone e lino – possibilmente da coltivazioni certificate, per essere certi di una produzione dai costi ambientali più bassi. Dopodiché, affidiamoci anche alle vere  innovazioni della tecnologia: ci sono dei tessuti di origine vegetale, come il Tencel, che presentano la stessa durata e la stessa elasticità di soluzioni sintetiche come il nylon o l’elastane.E non si può dire nemmeno che manchino le proposte: ho ad esempio parlato più volte di CasaGin, società proprio specializzata in abbigliamento da casa e in tessuti di origine completamente vegetale, ma anche di Rifò e delle sue splendide tute in cotone e denim riciclato al 100%.

 Alla moda anche al mare, ma sempre con uno sguardo all’ambiente

Agosto è per molti sinonimo di vacanza, di riposo e degli immancabili tuffi in mare. Eppure non tutti sanno che i costumi che vanno per la maggiore, ovvero quelli sintetici, non sono propriamente i più sostenibili per il Pianeta. Sia perché la fase di produzione comporta grandi emissioni di anidride carbonica e altri inquinanti, sia perché le fibre di cui sono fatti possono con l’uso contaminare proprio il mare, andando ad alimentare il pericoloso fenomeno delle microplastiche. Ma che fare, allora?Anche in questo caso, prediligiamo sempre le fibre naturali, costumi difficilissimi da trovare e se non performanti un po’ scomodi. In alternativa, possiamo approfittare di un interessante materiale: l’Econyl. Si tratta di una fibra che viene ricavata dal nylon proveniente dai rifiuti, in particolare le reti e le lenze da pesca. Il risultato? Indistinguibile dal nylon vergine: ne mantiene infatti tutte le proprietà. Meglio di così, che chiedere?

Sul mercato, ovviamente, non mancano i brand che hanno già deciso di sposare l’ecomoda anche per le necessità in spiaggia: dal già citato CasaGin passando per Mermazing, c’è l’imbarazzo della scelta. E se volessimo ripararci dal sole mentre ci rilassiamo sul bagnasciuga? Preferiamo i cappelli di paglia e di cotone: l’imperativo in spiaggia è un secco no alla plastica!

L’autunno in arrivo? All’insegna della moda sostenibile

Quando torneremo dalle vacanze, ci aspetta un appuntamento molto importante: quello con il cambio dell’armadio, per accogliere l’ormai imminente stagione autunnale. E quali suggerimenti seguire, per rendere il proprio look più amico dell’ambiente?L’autunno è una stagione che ci permette di sperimentare, poiché le temperature non sono più afose come durante l’estate, ma nemmeno troppo fredde da nascondersi in pesanti cappotti. Immancabile sarà quindi un cardigan, pronto a proteggere dal primo fresco ma anche facile da togliere quando il sole batte. Scegliamolo in fibre naturali, preferibilmente da riciclo o dal recupero di scarti di produzione tessile, per minimizzare così il consumo di preziose risorse e la produzione di CO2. E se scegliamo fibre di derivazione animale, come la lana, è bene sapere che oggi è possibile acquistare cardigan e maglioncini in lana riciclata al 100%.Nell’armadio non dovrà quindi mancare un pantalone in denim oppure un classico jeans – come quello proposto da Progetto Quid – meglio sempre se realizzato con il recupero di vecchi indumenti oppure da scarti tessili. Ma serve anche un paio di comode sneaker, per rimanere comode nelle varie attività quotidiane. Forse non tutti lo sanno, ma oggi è possibile produrre sneaker prive di plastica – come quelle di Id.Eight – tramite un materiale innovativo ricavato dalle foglie di ananas, dai raspi e dai semi d’uva e dalle bucce di mela. Scarpe resistenti, durature e addirittura compostabili al termine del loro ciclo di vita!

Moda più sostenibile? In inverno solo cappotti a basso impatto

Perché non pensare già ora al prossimo inverno? Sì, perché man mano che il 2022 si avvicina al suo termine, possiamo raggiungere un obiettivo molto importante: quello di salutare l’anno in modo più sostenibile possibile.Il cappotto rappresenta da sempre l’indumento protagonista dell’inverno, quella soluzione che ci permette di rimanere al caldo e, al contempo, sfoggiare una grande eleganza. Si abbina infatti perfettamente a tutti gli stili – dagli indumenti di tutti i giorni fino a quelli da sera – e, generalmente, è realizzato con fibre naturali come il cotone o di derivazione animale come la lana.Eppure, per essere il più possibile a basso impatto ambientale, possiamo fare di più. Sul mercato sono infatti disponibili dei brand innovativi, come il già citato Rifò, che hanno fatto del riciclo la loro massima filosofia aziendale. Per i cappotti, il marchio si avvale di lana al 100% riciclata, ricavata da vecchia maglieria e da scarti di lavorazioni industriali, recuperati peraltro a basso chilometraggio: Rifò lavora infatti con una rete di fornitori il più possibile vicini alla propria sede. Un modo intelligente per sfoggiare un capo alla moda e contemporaneo, dando nuova vita a materiali che altrimenti finirebbero in discarica!

E gli accessori?

E infine, uno sguardo anche agli accessori, come l’immancabile borsa. Partiamo innanzitutto da un’evidenza: “la borsa più ecologica è quella che hai già”. Sì, proprio così: riutilizzare per più anni le borse già disponibili nel proprio armadio, trovando nuovi abbinamenti e soluzioni creative per mantenerle sempre alla moda, vuol dire essere più sostenibili per antonomasia.Ma se si avesse la necessità di comprarne un nuovo esemplare, poiché quello vecchio è irrecuperabile? La regola è molto semplice: materiali vegetali o di derivazione animale, purché di qualità e molto duraturi. Su questo fronte, fatta eccezione per scelte personali etiche, bisogna rivalutare la pelle. Se di elevata qualità e conciata al vegetale – come quelle prodotte da mio padre Luciano Gelisio – può durare anche per decenni senza mostrare particolari segni d’usura: molto meglio delle soluzioni sintetiche, che dopo un paio d’anni iniziano già a dare segni di cedimento, e poi la pelle è un materiale di scarto della macellazione.In definitiva, vestirsi alla moda ed essere attenti all’ambiente non sono attività in antitesi: basta scegliere i materiali e i brand giusti!

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