I 10 errori più comuni della raccolta differenziata

Con Junker riciclare è davvero un gioco da ragazzi
Fare la raccolta differenziata è uno dei piccoli gesti quotidiani per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, ma siamo sicuri di farla correttamente? Ci sono prodotti che ancora oggi possono metterci in crisi perché il loro aspetto, il materiale di cui sono fatti, addirittura il loro nome è simile a quello di altri. L’errore è sempre dietro l’angolo e si rischia di fare confusione, vanificando tutti gli sforzi di una buona raccolta differenziata. Dalle bioplastiche che non sempre vanno nell’organico, al cristallo che sembra vetro ma non lo è, fino ai poliaccoppiati, un mix di plastica, carta e alluminio, che in quanto tali sono difficili da separare. Tutti questi materiali per alcuni rappresentano ancora un’incognita e nell’incertezza ci si affida al caso, rendendo il riciclo un’operazione davvero difficile e il più delle volte sbagliata. Ed è qui che entra in gioco Junker, l’app intelligente che riconosce i prodotti e ci aiuta a smaltirli correttamente. Junker classifica gli imballaggi, li scompone nelle sue diverse parti e informa l’utente su come vadano differenziate, a seconda del Comune in cui vive. E tutto questo solo leggendo il codice a barre del prodotto catturato dalla fotocamera del proprio smartphone evitando lunghe e contorte ricerche sui siti istituzionali dei Comuni. Un punto di forza infatti, è la diretta collaborazione con questi ultimi: le amministrazioni si possono abbonare e delegare le comunicazioni alla start-up. Per l’utente invece, c’è la comodità di ricevere tutte le notizie con una semplice notifica sullo smartphone e l’opportunità di partecipare dal basso alla raccolta dei dati. Un aiuto prezioso insomma, in quanto uno degli elementi che più disincentiva la raccolta differenziata e ci fa cadere in errore, è proprio la differenza di regole, colori dei bidoni e norme, da un Comune all’altro. Anche a pochi chilometri di distanza.
Il download dell’app è completamente gratuito e il funzionamento è semplicissimo: l’utente, una volta scaricata l’app, si geo-localizza e può procedere, a quel punto, a inquadrare il codice a barre dei prodotti tramite fotocamera. Leggendo il codice a barre, l’app dirà come effettuare il corretto smaltimento del rifiuto, a seconda del Comune di riferimento. L’app inoltre, aiuta a riconoscere anche i simboli dei materiali: è presente una sezione in cui vengono spiegati uno per uno, con relativo e corretto smistamento.
Ma vediamo quali sono i 10 errori più comuni che commettiamo quando facciamo la raccolta differenziata, secondo Junker:
Gli scontrini
È sempre bene chiedere lo scontrino, ma poi bisogna fare attenzione a dove lo gettiamo, e sicuramente il contenitore della carta non è assolutamente quello giusto dove conferirli. I fogli su cui vengono stampati gli scontrini infatti, sono di carta termica, che al suo interno ha dei componenti che reagiscono al calore, quindi vengono considerati non riciclabili.
Plastica: imballaggio o non imballaggio?
Questo è forse uno degli argomenti più dibattuti e problematici della raccolta differenziata, che induce molti in errore. Nella raccolta della plastica va conferito tutto ciò che è considerato imballaggio, cioè “un prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a proteggerle, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al consumatore o all’utilizzatore, ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo” (CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi). Tutto il resto, seppur in plastica, va conferito nell’indifferenziato, purtroppo. Un esempio concreto è quello di spazzolino e tubetto di dentifricio: il primo va nell’indifferenziato, il secondo invece nella plastica, essendo considerato un imballaggio, per l’appunto.
Cristallo e pyrex
Bicchieri e altri oggetti di cristallo e pirofile in pyrex rientrano tra i cosiddetti falsi amici del vetro. Seppur simili al vetro, non si possono conferire nell’omonima raccolta poiché hanno caratteristiche non compatibili con il suo riciclo, perciò andrebbero conferiti nell’indifferenziato.
Piatti, bicchieri, posate usa-e-getta
Attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio: anche se sono tutti in plastica, non vuol dire che vadano tutti conferiti nella plastica. La differenza è, ancora una volta, nella distinzione tra imballaggio e oggetto. Bicchieri e piatti sono considerati imballaggi e, purché privi di residui, vanno nella plastica. Le posate invece non sono considerate imballaggi e vanno quindi nell’indifferenziato.
Tazze, piatti e cocci rotti
Quando malauguratamente si rompe una tazza o un piatto, cosa facciamo? Dopo aver raccolto i cocci, si potrebbe essere tentati di buttarli nel vetro: niente di più sbagliato! Tazze e piatti sono di ceramica e andrebbero portati presso l’ecocentro più vicino a casa, come si fa con il pirex e il cristallo. In alternativa, se si tratta di piccoli quantitativi, si possono gettare nell’indifferenziata. Pochi cocci di ceramica rendono irrecuperabile un’intera campana di vetro!
Carta oleata e da forno
Il tipico sacchetto del pane, quello che avvolge anche focacce e pizzette o altri dolci e prodotti da panetteria, è fatto di carta oleata, lo stesso del confezionamento anche di alcuni formaggi. In tutti questi casi vanno assolutamente buttati nell’indifferenziata e non nella carta, come invece accade spesso. Ci sono anche altri tipi di sacchetti simili, fatti di carta e plastica insieme: in questi casi bisogna avere la premura di separare bene i due materiali e riporli negli appositi bidoni. Idem per la carta da forno: il nome trae in inganno, ma anche lei va gettata in compagnia delle carta oleata, poiché entrambe non sono riciclabili. Però esiste quella compostabile che invece può essere smaltita nell’umido.
Tovaglioli e fazzoletti
Tutti i tovaglioli e i fazzoletti usati e sporchi, che sia di cibo o semplicemente di acqua, non vanno gettati nella carta o nell’indifferenziata, ma nell’umido, poiché si tratta di fibre vegetali. Attenzione, però, perché fanno eccezione quelli decorati con stampe colorate o simili alla stoffa: in tal caso vanno messi nell’indifferenziata.
Bioplastiche
La plastica usa-e-getta è divenuta in pochi anni il nemico numero uno dell’ambiente. Per questo oggetti monouso in bioplastica, cioè plastica ottenuta da materiali di origine vegetale, sono sempre più diffusi. Bio non significa necessariamente raccolta dell’organico: il prodotto non deve essere soltanto biodegradabile, ma anche compostabile e recare simboli o diciture che attestino la relativa certificazione di compostabilità. Inoltre, non tutti gli impianti di compostaggio sono in grado di processare le bioplastiche. Perciò è importante informarsi sulle indicazioni del proprio Comune relative alle bioplastiche cercando il prodotto in Junker potrai ricevere maggiori informazioni in merito.
Le bottiglie e i tappi
Le bottiglie di plastica vanno gettate nel bidone corrispondente, ma con un’accortezza in più. Il tappo va lasciato attaccato perché i lettori ottici stabiliscono cos’è PET (la bottiglia) e cos’è PP (il tappo). Se il tappo viene gettato separatamente, essendo molto piccolo, rischia di finire nelle maglie dei macchinari e di perdersi. Le bottiglie poi non andrebbero schiacciate dall’alto verso il basso, ma vanno spianate nel senso della lunghezza, tipo sogliole.
Le lampadine
Non tutte le lampadine sono uguali e non vanno assolutamente smaltite nel vetro! Quelle alogene e ad incandescenza (quelle con il filamento in tungsteno all’interno) vanno conferite nell’indifferenziato. Tutte le altre lampadine (fluorescenti, a led, a neon, ecc.) sono considerate RAEE, rifiuti elettrici ed elettronici, e per questo vanno portate all’ecocentro o nei punti di raccolta specifici per i RAEE. In alternativa, puoi consegnarle al tuo rivenditore di fiducia nel momento in cui acquisti una lampadina nuova.
La lista potrebbe essere ben più lunga. Tra i prodotti più scansionati da Junker rientrano infatti oggetti quali il sacchetto dei biscotti, le capsule del caffè, il barattolo delle patatine e così via. Per fugare ogni dubbio, naturalmente, basterà controllare sempre tramite la app: oltre alla scansione del barcode, è possibile infatti ricercare i prodotti per categorie o tramite i simbolini sull’imballaggio, nonché sfruttare il riconoscimento fotografico. Con quasi 1.7 milioni di prodotti registrati in database, Junker può realmente risolvere tantissimi dubbi relativi ai rifiuti.
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