Tatuaggi ecologici e sostenibili: come evitare le cicatrici al pianeta
Tutti pazzi per i tatuaggi ma sotto accusa ci sono gli inchiostri, gli strumenti monouso e il consumo energetico. Come evitarlo: il caso di Laminguma, tatuatrice emozionale

Sei un amante dei tatuaggi? Allora sai bene che sono molto di più di semplici decorazioni. Un gesto potente capace di imprimere emozioni, ricordi e identità sulla pelle. Sono minuscole cicatrici colorate che scegliamo di fare sul corpo per imprimere per sempre qualcosa che fa parte di noi, in cui ci identifichiamo appieno. Ci siamo mai chiesti se i tatuaggi possono raccontare una storia senza lasciare cicatrici sul pianeta? E se ti dicessi che di norma i tatuaggi non sono sostenibili, ma possono esserlo?
3 motivi per cui i tatuaggi non sono sostenibili
I tatuaggi tradizionali possono avere un impatto ambientale significativo per vari motivi legati ai materiali utilizzati e alle pratiche comuni nell'industria. Ecco alcuni aspetti chiave del loro potenziale impatto ambientale:
1. Gli inchiostri
- Sostanze chimiche tossiche: molti inchiostri per tatuaggi contengono metalli pesanti (come piombo, mercurio e cromo) e altre sostanze chimiche sintetiche. Questi possono essere dannosi per l'ambiente durante la produzione, lo smaltimento e persino attraverso il rilascio nel corpo umano.
- Non biodegradabilità: gli inchiostri tradizionali sono raramente biodegradabili, il che significa che i residui e i contenitori finiscono per accumularsi nei rifiuti.
2. Strumenti monouso
- Plastica usa e getta: molti strumenti utilizzati durante i tatuaggi, come guanti, aghi, contenitori per inchiostro e coperture protettive, sono in plastica monouso. Questo genera una grande quantità di rifiuti non riciclabili
- Smaltimento dei rifiuti: i rifiuti biologici e gli aghi usati devono essere smaltiti correttamente, ma non sempre avviene in modo ecologico.
3. Energia e risorse
- Consumo energetico: le macchine per tatuaggi, l'illuminazione intensa e i sistemi di sterilizzazione richiedono elettricità, spesso proveniente da fonti non rinnovabili.
- Produzione industriale: la produzione di macchinari e forniture comporta spesso processi industriali poco sostenibili.
Tatuaggi ecologici, sostenibili e vegani
I tatuaggi ecologici, sostenibili e vegani rappresentano una risposta innovativa alle sfide ambientali e etiche dell’industria del tatuaggio. Questi tatuaggi utilizzano inchiostri vegani, privi di prodotti di origine animale e di sostanze chimiche tossiche, come i metalli pesanti spesso presenti nelle formulazioni tradizionali. Gli studi che promuovono questa filosofia scelgono materiali biodegradabili o riciclabili, riducendo al minimo i rifiuti generati durante il processo. Inoltre, le attrezzature come aghi, coperture e contenitori sono selezionate con attenzione per il loro basso impatto ambientale, privilegiando opzioni compostabili o riutilizzabili. Questi tatuaggi non solo abbelliscono la pelle, ma riflettono una scelta consapevole e rispettosa del pianeta, dimostrando che è possibile fondere creatività e sostenibilità in modo armonioso.
Laminiguma_tattooartist: l’arte emozionale e cruelty-free del tatuaggio
Nei suoi tatuaggi si respira natura, delicatezza, autenticità. Laminiguma si definisce una "tatuatrice emozionale" e basta vedere la sua home di ig per sentir vibrare le sue opere d'arte su pelle. Pioniera nel campo dell’ecologia applicata al tatuaggio, trasforma ogni disegno in un’esperienza unica e consapevole. Il suo approccio cruelty-free si manifesta attraverso l’uso esclusivo di inchiostri vegani e materiali sostenibili, riducendo l’impatto ambientale senza sacrificare la qualità o la precisione dell’arte. Ma l’impegno di Laminiguma va oltre l’attenzione all’ambiente: il suo lavoro si basa su un profondo ascolto emotivo, creando tatuaggi che raccontano le storie personali dei suoi clienti e rispecchiano la loro autenticità. Ogni segno sulla pelle diventa così un simbolo di connessione con se stessi e con il mondo, un’opera che lascia il segno non solo sul corpo, ma anche nell’anima e nella coscienza collettiva.