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Il sì che fa discutere alla carne coltivata: tutti i pro e i contro. È sostenibile?

Il Regno Unito è tra i primi paesi europei a dare il via alla carne coltivata per gli animali domestici, in particolare per cani e gatti. Una scelta all'avanguardia che presenta vantaggi e punti critici

Serena Ritarossidi Serena Ritarossi   
Carne coltivata
Carne Coltivata (Foto Ansa).

Il Regno Unito è uno dei primi paesi europei a dare il via libera alla carne coltivata per animali domestici. Inizialmente l'attenzione era rivolta alla carne coltivata per il consumo umano. In seguito si è iniziato a esplorare l'uso della carne coltivata per alimentare gli animali domestici, in particolare cani e gatti.

È SOSTENIBILE? PRO E CONTRO 

5 PUNTI SOSTENIBILI

1. La sostenibilità ambientale: é una dei principali motivi che spinge la ricerca alla produzione della carne coltivata, infatti in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, risparmio idrico e di terra e riduzione dell'impatto sui mari, la carne coltivata rispetta l'ambiente, riduce la deforestazione e l'uso intensivo di risorse naturali e l'impatto della pesca intensiva.

2. Il benessere animale: la carne coltivata, elimina uno principali problemi della produzione di carne per gli animali, infatti non è necessario allevare e uccidere animali per produrre carne coltivata. Questo contribuisce a un minor sfruttamento degli animali da allevamento e alla riduzione della sofferenza animale. Il risultato è un prodotto più etico e cruelty-free, che per molti amanti degli animali è sempre più importante.

3. Qualità della carne coltivata: non vengono utilizzati antibiotici, che sono invece comuni negli allevamenti intensivi per prevenire infezioni. Inoltre anche il rischio di contaminazione è minore in quanto la carne coltivata viene prodotta in un ambiente controllato.

4. Riduzione della domanda di carne tradizionale: questa alternativa, abbassa la domanda di carne tradizionale, riducendo anche la necessità di allevamenti intensivi.

5. Innovazione: prodotti come questi possono migliorare il benessere degli animali e offrire un'alternativa più sana rispetto a molti prodotti convenzionali.

5 PUNTI CRITICI 

Come tutte le innovazioni in via di sperimentazione, anche la carne coltivata ha dei punti critici da tenere a mente. Tuttavia sono punti migliorabili che avranno poco a poco l'attenzione delle diverse case di produzione.

1. Prezzo elevato: ad oggi, la carne coltivata è ancora molto più costosa rispetto alla carne tradizionale, poiché la tecnologia è nuova e la produzione non ha ancora raggiunto la scala necessaria per abbassare i costi. Sono necessari investimenti in ricerca e sviluppo per rendere questa scelta accessibile su larga scala.

2. Elevato consumo energetico: richiede ambienti di laboratorio altamente controllati, che attualmente consumano molta energia per mantenere condizioni sterili e ideali per la crescita cellulare. Se l'energia utilizzata proviene da fonti non rinnovabili, questo potrebbe ridurre parte dei benefici ambientali.

3. Accettazione della novità: alcuni proprietari di animali domestici potrebbero essere riluttanti a nutrire i loro animali con carne coltivata in laboratorio, percependola come "innaturale". C'è un fattore psicologico da considerare nel passaggio verso prodotti innovativi come questo.

4. Nuove normative e regolamentazione: l'introduzione della carne coltivata richiede un quadro normativo chiaro e ben definito, che può variare da paese a paese. Alcuni mercati potrebbero essere più lenti nell'adottare questa tecnologia, ritardando l'introduzione su larga scala per gli animali domestici. Lo stesso vale per certificazioni e standard.

5. Alimentazione equilibrata: nonostante la carne coltivata possa replicare il contenuto proteico della carne tradizionale, dovranno essere effettuate ulteriori ricerche per garantire che le esigenze nutrizionali di cani e gatti siano pienamente soddisfatte, considerando anche vitamine, minerali e grassi essenziali.

Serena Ritarossidi Serena Ritarossi   
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