Back to School ecocentrico: tornare a scuola, pensando al Pianeta

Back to School ecocentrico: tornare a scuola, pensando al Pianeta

Le vacanze estive stanno ormai finendo e per le famiglie torna l’appuntamento con il fatidico Back to School. Con il suono della prima campanella sempre più vicino, non vi è solo l’emozione di tornare sui banchi di scuola e riabbracciare gli amici salutati a inizio estate. Vi è soprattutto una vera e propria corsa agli acquisti, per non farsi trovare impreparati al primo incontro con i docenti. Zaini, quaderni, libri e cancelleria varia: la dote scolastica si arricchisce di anno in anno, ma come possiamo renderla più sostenibile per l’ambiente?Settembre è per tradizione il mese delle partenze e dei buoni propositi, proprio poiché storicamente legato al ritorno a scuola. E perché non approfittare, allora, per un vero e proprio Back to School ecocentrico? Per questo, sono andata per voi alla ricerca di alcune proposte interessanti – e il più possibile sostenibili – per rendere l’inizio dell’anno scolastico sempre più amico dell’ambiente. Sì, perché anche quando studiamo possiamo ridurre il nostro impatto ambientale.

La regola d’oro: riciclare il più possibile

Ogni anno le famiglie si trovano a doversi confrontare con lunghe liste consegnate dalle scuole e dai docenti, di tutti i materiali che serviranno ai figli per poter seguire alla perfezione le lezioni. Eppure, per quanto specifici siano questi elenchi, rifare da capo una dote scolastica è una mossa poco amica dell’ambiente. La prima regola è infatti quella di riciclare il più possibile, riutilizzando anche materiali o strumenti didattici acquistati negli anni precedenti.Il classico esempio è quello dei libri di testo: più se ne riescono a comprare usati, in particolare per scuole medie e superiori, meglio è. E che fare quando il docente insiste per l’acquisto della nuova versione di un titolo, magari differente dalle precedenti solo per una nuova copertina oppure una blanda modifica della numerazione delle pagine? Si chiedono spiegazioni sia all’insegnante che al preside, evidenziando la pressoché totale sovrapponibilità delle due versioni. Ancora, utile è vagliare con la scuola la possibilità di fruire di libri di testo in edizione digitale, anche se non sempre la bilancia della sostenibilità è a favore degli eBook.Ancora, lo zainetto non dovrà essere acquistato ogni anno se quello già in possesso appare ancora in buone condizioni. Lo stesso vale per astucci, squadre, goniometri, compassi e tutto ciò di cui già si dispone in casa, magari dismesso da fratelli ormai grandi oppure fornito da parenti. E il vantaggio non è solo ambientale, ma anche sul portafoglio.

Back to school ecocentrico: materiali di riciclo per lo zaino

Ma cosa fare, se si ha la necessità di acquistare un nuovo zaino poiché il precedente non appare più recuperabile? Fortunatamente, sul mercato sono disponibili molte alternative più sostenibili: troviamo zaini realizzati unicamente con fibre vegetali, da processi produttivi a basso spreco di risorse o, ancora, in materiali riciclati o provenienti dagli scarti industriali.Una realtà italiana molto interessante è quella di Ecodream, un’azienda toscana che ha fatto del recupero e dello spreco zero la propria vocazione. Per realizzare i propri prodotti, Ecodream impiega scarti di pelle, rimanenze di tessuti naturali e di fibre sintetiche, camere d’aria usate e manifesti in PVC, anch’essi usati. Dai materiali che altre aziende considerano rifiuti, in altre parole, ne ricava borse e zaini: tutti versatili e anche decisamente eleganti. Il design è infatti più orientato agli adulti che ai ragazzi, tuttavia potrebbe essere la soluzione perfetta per gli universitari. Fra i tanti, interessante è lo Zainetto Uby in tessuto nero e bianco, realizzato solo con fibre naturali di recupero e sintetiche di riciclo, adatto anche all’utenza vegan. Costa 98 euro ed è disponibile sullo shop ufficiale del marchio.Arriva invece dalla vicina svizzera il progetto di Freitag, azienda che si è specializzata nella produzione di zainetti a partire da bottiglie PET riciclate, vecchi teloni di camion e tessuto degli airbag mai entrati in funzione, recuperati da auto destinate alla demolizione. Coloratissimi, dei veri e propri pezzi unici: a seconda della porzione di telone usato, ogni studente potrà vantare uno zaino unico nel suo genere. I prezzi sullo shop ufficiale sembrano essere sopra media – dai 250 ai 290 euro – ma si tratta di prodotti pensati per resistere decenni.Sempre dal recupero del PET e dall’impiego di fibre naturali certificate arrivano gli zaini di PinqPonq, azienda tedesca che si è specializzata in borse sia per scuola o lavoro, che per l’escursionismo. Design moderno e compatto, pensato per laptop e libri fino a 17 pollici di diametro: il modello Cubik Grand, proposto a 159.90 euro, potrebbe soddisfare le esigenze di tutti. Torniamo invece in Italia con MustEco, linea di zainetti dalle forme classiche, in pet riciclato e dal prezzo più abbordabile: 45 euro.

A scuola serve il grembiule? Puntiamo sulle fibre riciclate

Quella del grembiule è una richiesta tutt’oggi avanzata da numerose scuole, soprattutto quelle dell’infanzia. Ma che fare quando non è lo stesso istituto a fornirli, ma la scelta è delegata ai genitori? Anche in questo caso, procediamo con il riuso: il vecchio grembiule dei fratelli più grandi o, se si ha dimestichezza con il riciclo creativo, si può anche confezionarlo con la macchina da cucire, recuperando vecchi tessuti già disponibili in casa.Se l’acquisto è inevitabile, l’azienda italiana Aquapotabile propone Lino: un grembiule realizzato in cotone naturale e appunto lino, da fibre di scarto di processi industriali. Confezionato completamente a mano, è resistente e può essere frequentemente lavato in lavatrice: d’altronde, è normale che i bambini si sporchino con facilità. Lo si trova in vendita sui principali retailer italiani, dai 21 ai 45 euro.

Back to school con la cancelleria più sostenibile

Penne, matite, quaderni, colori, colla e tanto altro: gli oggetti di cancelleria non sembrano bastare mai quando si va a scuola. E spesso questi strumenti non sono particolarmente amici dell’ambiente, sia perché perlopiù realizzati in plastica che per la presenza di solventi o altre sostanze che ne rendono difficile lo smaltimento. Tuttavia, le soluzioni più “ecocentriche” non mancano affatto.Partendo dai quaderni, l’imperativo è uno solo: scegliere la carta riciclata. Questa alternativa permette infatti di abbattere il 70% di alberi in meno, rispetto alla carta vergine, e di ridurre del 40% i consumi idrici di produzione. Si possono scegliere prodotti economici, come i set Buffetti “I Love Echo” proposti a 2.38 euro, oppure modelli più sofisticati come i Konobooks: realizzati in Italia con carta riciclata e altre fibre di cellulosa provenienti da foreste certificate FSC, sono proposti a prezzi compresi tra i 9 e i 15 euro.Matite e pastelli sono prodotti che, per loro natura, sono già più sostenibili, poiché realizzati in legno. Per assicurare un contributo maggiore all’ambiente, è meglio però verificare che siano in possesso delle certificazioni FSC per una maggiore sostenibilità forestale. Più complesso è invece il discorso per penne, pennarelli ed evidenziatori: quelli classici sono realizzati in plastica vergine, uno dei materiali più inquinanti. Di recente, Carioca e GreenPea hanno lanciato la loro EcoFamily: una linea di colori per la scuola, realizzati in plastica al 70% riciclata e con mine, o inchiostri, a basso impatto ambientale. Per chi fosse alla ricerca di tempere, I Colori di Madre Natura offre il set Cestino: un prodotto sostenibile sin dal packaging, ottenuto da pigmenti completamente naturali, come amidi e proteine vegetali. Da Mans, società della provincia milanese, arrivano invece evidenziatori, penne, pennarelli e altri prodotti per scuola e ufficio in bambù, plastica di bottiglia riciclata e altri materiali di recupero.

Consigli quotidiani per una scuola più ecocentrica

Infine, qualche consiglio per una scuola più ecocentrica, poiché anche le piccole abitudini quotidiane possono fare una grande differenza:

Mettere sempre nello zaino una borraccia per l’acqua, così da evitare l’uso delle inquinanti bottigliette di plastica;Evitare merende con packaging eccessivo e di plastica, preferendo ricette preparate a casa o della fresca frutta. E per trasportarle basta acquistare, o realizzare con il fai da te, una comoda bustina protettiva in cera d’api;Non accompagnare i figli a scuola in automobile, se non è strettamente necessario. Per chi può approfittare di istituti vicino a casa, una breve camminata o una pedalata in bicicletta andrà a tutto vantaggio della riduzione dello smog cittadino. In alternativa, usiamo i mezzi pubblici.

Basta davvero poco per rendere il nuovo anno scolastico più amico dell’ambiente: basta acquistare prodotti più sostenibili e di riciclo e, ovviamente, adottare delle buone abitudini quotidiane! Perché cosa c’è più bello di imparare, rispettando la natura?

I contenuti di questo post non sono legati a nessun tipo di operazione commerciale.Le aziende e i prodotti segnalati sono stati recensiti di mia iniziativa e in base ai miei gusti e valori.Tessa Gelisio

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