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L'allarme del botanico Mancuso: "Perché il 99% di noi è vittima della "plant blindness" e come correre ai ripari"

Letteralmente cecità alla natura. Un termine usato per descrivere la tendenza delle persone a non riconoscere o notare le piante nell'ambiente circostante, concentrandosi principalmente su animali o oggetti inanimati

Serena Ritarossidi Serena Ritarossi   
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Se tu fai vedere a 1000 persone una sequenza di diapositive tutte simili, che sono costituite per il 99% da una foresta e poi dall' 1% da un animale [...] e poi chiedi a queste 1000 persone che cosa vedete, più o meno 950 persone" vedranno l'animale e "in una sequenza di diapositive dove c'é solo la foresta e chiedi che che cosa vedi, le persone si sforzano di guardare e poi dicono niente." Stefano Mancuso, grande botanico e saggista, tra gli esperti mondiali di neurobiologia vegetale, racconta a Giovanni Storti in un incontro organizzato da Inmediaofficial, la nuova piattaforma dedicata alla sostenibilità, che cos'é la plant blindness.

 

PLANT BLINDNESS: CECITÀ ALLA NATURA

Gli inglesi la chiamano plant blindness, letteralmente cecità alla natura. Un termine usato per descrivere la tendenza delle persone a non riconoscere o notare le piante nell'ambiente circostante, concentrandosi principalmente su animali o oggetti inanimati. Il motivo secondo Mancuso è evoluzionistico, infatti molto probabilmente "è legato al fatto che il nostro cervello non è tutta questa meraviglia che noi crediamo che sia, anzi funziona pochissimo. Si calcola che i cervelli, quelli più brillanti, hanno una capacità di calcolo di 1000 bit al secondo. Allora 1000 bit al secondo non ti dico i nostri telefonini, ma lev calcolatrici,[...] son un milione di volte piü potenti. Quindi noi abbiamo 'sti cervelli che funzionano molto poco e che riescono a processare 1000 bit di informazioni al sexcondo, ma che ricevono invece attraverso gli occhi, attraverso i sensi 5 miliardi di informazioni al secondo. Allora c'è questo problema, ne entrano 5 miliardi e tu ne percepisci 1000. E quindi che cosa fa il nostro cervello? Li deve selezionare e filtra via tutto quello che noi riteniamo non essere importante. Siccome ci siamo evoluti e siamo vissuti fino a ieri in un mondo che era completamente verde, allora tutto questo verde lo filtriamo via perché non è periocoloso. Non si é mai visto una pianta che ti aggredisce, mentre invece è molto meglio per noi usare quel poco di attenzione che abbiamo verso animali o altre persone per mangiarli o per proteggerci".

CONSEGUENZE DELLA PLANT BLINDNESS

La plant blindness potrebbe portare a diverse conseguenze, tra cui:

 

  • Perdita di biodiversità: La mancanza di consapevolezza sull'importanza delle piante porta a un disinteresse per la loro conservazione, favorendo la distruzione di habitat naturali e l'estinzione di specie vegetali fondamentali per l'equilibrio degli ecosistemi.

  • Impoverimento degli ecosistemi: Le piante giocano un ruolo centrale nei cicli naturali, come il ciclo del carbonio e dell'acqua. La plant blindness può compromettere la capacità degli ecosistemi di mantenere la biodiversità e la resilienza necessaria per adattarsi ai cambiamenti climatici e ad altre perturbazioni.

  • Disconnessione dalla natura: La cecità verso le piante contribuisce a un allontanamento psicologico ed educativo dalle piante e dal mondo naturale, limitando la comprensione delle loro funzioni e la nostra capacità di proteggerle, con ripercussioni negative sulla cultura ecologica e sul benessere umano.

COSA POSSIAMO FARE?

Essere consapevoli della plant blindness è il primo passo per superarla, e questa consapevolezza può avere effetti positivi su diversi livelli. Ecco come:

1. Promuovere la conservazione della biodiversità

Conoscere il fenomeno della plant blindness porta a una maggiore attenzione verso l'importanza delle piante per gli ecosistemi. 

  • Incentivare la protezione delle specie vegetali a rischio: quando siamo consapevoli della loro rilevanza, possiamo supportare politiche e pratiche di conservazione che proteggano le piante minacciate, preservando la biodiversità.

 

  • Migliorare la gestione del territorio: la consapevolezza delle funzioni ecologiche delle piante (filtraggio dell'acqua, regolazione del clima, prevenzione dell'erosione) porta a una pianificazione urbana e agricola più sostenibile.

2. Rafforzare l'educazione ambientale

Essere consapevoli della plant blindness stimola un maggiore impegno nell'educazione e nella sensibilizzazione pubblica:

  • Includere più botanica nei programmi scolastici: promuovere lo studio delle piante nelle scuole e nei media può aumentare la conoscenza della loro importanza per la vita sul pianeta, creando una generazione più consapevole e rispettosa dell'ambiente.

 

  • Organizzare esperienze immersive nella natura: La consapevolezza della plant blindness può incentivare attività come escursioni, orti scolastici o giardini urbani, che connettono le persone direttamente alle piante, sviluppando un rapporto più profondo con la natura.

 

Serena Ritarossidi Serena Ritarossi   
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