I pannelli fotovoltaici sono una delle migliori opzioni per far fronte alla crisi energetica, ma i vecchi impianti sono un problema ambientale

Molte componenti, a fine vita, risultano difficilmente riciclabili. Per l’ambiente una vera e propria bomba ad orologeria, e i costi potrebbero esser pesanti

Foto Shutterstock
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di Roberto Zonca

Il futuro dell’energia solare potrebbe esser meno luminoso del previsto. Alcune componenti presenti negli impianti fotovoltaici, infatti, potrebbero rivelarsi difficili da smaltire, e dunque trasformarsi in problema ambientale nel giro di pochi anni. A gettare inquietanti ombre sulla tecnologia, che più di altre sembrava rappresentare l’opzione migliore contro la crisi energetica che il pianeta si appresta a vivere, uno studio condotto da Matthew Davies, professore associato presso la facoltà di Scienze dei Materiali della Swansea University (Galles, UK). Stando a quanto riportato sulle pagine del “The Conversation, considerata la vita media di un impianto pari a circa 25 anni, entro il 2050 il mondo dovrà vedersela con una montagna di rifiuti… non meno di 78 miliardi di tonnellate di spazzatura che oggi non sapremo come gestire.

Ripensare ai pannelli così da renderli riciclabili

Per ovviare al problema si dovrebbero adoperare materiali diversi da quelli attualmente impiegati per la produzione dei pannelli, materiali recuperabili e dunque riutilizzabili con processi virtuosi altrimenti improbabili. Secondo Davies il principale problema è dato dalle componenti. Oggi l’elettronica viene incollata o saldata alle altre parti, e ciò rende complesse le operazioni di disassemblaggio. I materiali “preziosi” presenti nelle schede, inoltre, sono disseminati qua e la, abbattendo i margini di guadagno di un eventuale recupero ecosostenibile. Secondo lo scienziato si dovrebbe ripensare all’architettura base dei pannelli, così da trasformarli in dispositivi sempre riciclabili. Un nuovo progetto, capace di sfruttare le tecnologie già esistenti, consentirebbe di creare un mercato del recupero decisamente interessante: dai soli pannelli sarebbero recuperabili materiali e componenti del valore approssimativo di circa 15/17 miliardi.

Ci sarebbero poi da considerare i vantaggi per l’ambiente

Lo scienziato ritiene che i processi di estrazione ottimizzati consentirebbero di abbattere le emissioni di gas serra del 70 per cento. “Se non smetteremo di estrarre materiali dalla Terra – mette in guardia l’esperto - non saremo in grado di fermare i cambiamenti climatici”. Il riciclo e il riutilizzo di beni e materiali è senza ombra di dubbio fondamentale. Tutte le attività umane dovranno esser riviste e migliorate, o il nostro Pianeta non sarà più in grado di sostenerci. Secondo dati rilasciati dalla comunità scientifica internazionale nel 2020 l’industria ha richiesto l’estrazione di circa 100 miliardi di tonnellate di diversi materiali. Parallelamente sono state avviate al riciclo soltanto l'8,6 per cento deelle risorse estratte negli anni precedenti… è palese che qualcosa non stia funzionando come dovrebbe. Le vecchie discariche non sono una soluzione e l’uomo non può permettersi di smaltire risorse preziose che il mondo, prima o poi, finirà con l’esaurire.