Contro l'overtourism che rende un inferno le città c'è una soluzione drastica
Centri cittadini invasi da turisti, luoghi naturalistici occupati da folle di persone a tutte le ore, luoghi con ecosistemi fragili messi sotto stress: In Nuova Zelanda la decisione del governo è impopolare ma salva l'ambiente
La situazione la conosciamo benissimo: centri cittadini invasi da turisti, luoghi naturalistici impossibili da godere per folle di persone a tutte le ore, luoghi con ecosistemi fragili messi sotto stress per molti mesi all'anno. Contro l'overtourism arriva dalla Nuova Zelanda un'idea abbastanza drastica. Triplicare la tassa di ingresso al paese ma solo per i turisti internazionali: è la decisione del governo della Nuova Zelanda per affrontare quella che ormai è una piaga per tutte le città del mondo.
Il governo ha deciso di aumentare significativamente la tassa d'ingresso a carico dei turisti internazionali: dal primo ottobre, le cosiddette tariffe sui visitatori internazionali, la conservazione e il turismo passeranno da 35 a 100 dollari neozelandesi, una misura tesa ad "assicurare che i visitatori contribuiscano ai servizi pubblici e ad esperienze di alta qualità mentre visitano la Nuova Zelanda".
L'industria turistica sul piede di guerra
Come altri Paesi meta di flussi turistici crescenti, la Nuova Zelanda fatica a contenere le ricadute del turismo sull'ambientenaturale e sulle infrastrutture. La tassa di 35 dollari neozelandesi è stata introdotta nel 2019, ma secondo il governo si è rivelata insufficiente a compensare l'onere dei flussi crescenti di visitatori internazionali. Contro il rincaro, perà, ha preso posizione l'Associazione dell'industria turistica neozelandese, che teme un effetto di dissuasione sui turisti internazionali, visto anche il fatto che il settore non è ancora tornato ai livelli massimi registrati prima della pandemia.