Caldaia a condensazione, motivi per acquistarla e risparmio fiscale
In casa hai una caldaia vecchia? Meglio sostituirla con una a condensazione. Ecco perchè
Le caldaie a condensazione, rispetto alle caldaie tradizionali, sono molto più efficienti e il risparmio ottenibile, sia energetico che fiscale, è notevole. Vediamo il perché.
I motivi per scegliere una caldaia a condensazione
La direttiva ErP (Energy related Product, ovvero “Prodotto correlato all’energia”) è una normativa in cui sono elencate delle regole imposte dall’Unione Europea, che sarebbero servite a ridurre il riscaldamento globale (il tutto ebbe origine nel 2005 col protocollo di Kyoto, tramite un accordo internazionale tra Stati).
Per quanto riguarda le caldaie, l’attuazione della normativa si è concretizzata nella produzione di apparecchi che avessero determinati standard di efficienza energetica (e quindi minori consumi), con meno emissioni inquinanti e soprattutto dando la preferenza alle caldaie a condensazione.
Come funziona una caldaia a condensazione
La differenza principale nel funzionamento di una caldaia tradizionale e una a condensazione sta nel fatto che quest’ultima consente di recuperare il calore dei fumi di scarico e il vapore acqueo residuo per produrre ulteriore calore.
Quali criteri sono da prendere in considerazione, quindi, per sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione?
1) La potenza: è un elemento fondamentale, e dipende dalla dimensione degli ambienti che dovrà riscaldare. Più ampia la superficie, maggiore dovrà essere la potenza. In commercio sono disponibili caldaie con potenze dai 18 ai 35 kW, ma le più diffuse sono quelle da 24 kW. Non a caso, perché rappresentano mediamente la scelta migliore per un appartamento medio/grande (fino a 150 mq). La scelta, però, è condizionata anche da altri fattori come il numero dei componenti familiari, le abitudini, l’isolamento termico della casa.
2) Le dimensioni: meglio scegliere una caldaia a condensazione murale. Rispetto a quelle a basamento, è più compatta e adatta alle case dove non c’è molto spazio a disposizione.
3) Il posizionamento: all’interno o all’esterno? Se verrà sistemata all’esterno (come fanno molti) sarà necessario dotarla di protezioni contro le intemperie e di un kit antigelo che ne permette l’accensione anche con temperature rigide.
4) La classe energetica: dal 2015 tutte le caldaie devono essere dotate, per legge, di una etichetta energetica. Con questa è possibile identificare l’efficienza energetica della caldaia, quindi i consumi e il potenziale risparmio conseguibile in bolletta.
Le classi energetiche delle caldaie vengono indicate con lettere che vanno da A++ a G, dove A++ ovviamente indica il rendimento maggiore e i consumi minori.
Quanto si risparmia?
La caldaia a condensazione, rispetto a una tradizionale, è più ecologica perché ricicla i fumi di scarico e il vapore acqueo per produrre ulteriore calore.
Ciò si traduce, oltre che in un maggior rendimento termico, in un minor consumo di gas e minori emissioni di Co2. Quantificando, il risparmio ottenibile sul riscaldamento si aggira intorno al 30%.
E se si montano delle valvole termostatiche sui radiatori si può risparmiare un altro 7%, dal momento che permettono di regolare la temperatura stanza per stanza.
Caldaia a condensazione, le detrazioni fiscali
I contribuenti che aumentano l’efficienza energetica delle abitazioni acquistando una caldaia a condensazione hanno diritto a usufruire del cosiddetto Ecobonus, una agevolazione che rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2021 e prevede una detrazione IRPEF o IRES.
L’aliquota varia a seconda degli interventi sostenuti, e va dal 50 al 65% delle spese totali sostenute, con un limite massimo di detrazione pari a 30.000 euro per unità immobiliare. Più specificamente:
- La detrazione del 65% si applica per sostituire la vecchia caldaia con una a condensazione che sia almeno di classe A e sia dotata di valvole di termoregolazione evolute
- La detrazione è pari al 50%, invece, quando la vecchia caldaia viene rimpiazzata da una caldaia a condensazione di classe A, ma priva di valvole.
Di questo “bonus caldaia” possono usufruire i proprietari dell’immobile, gli affittuari, i comodatari e chiunque sia titolare di un diritto reale di godimento (uso, usufrutto, abitazione o superficie).
Non sono previsti limiti Isee, ma è necessaria una certificazione da parte di un tecnico abilitato da cui risulti che tutti i requisiti per l’installazione siano stati rispettati e una descrizione della situazione antecedente e posteriore ai lavori. Il tecnico stesso si occuperà di mandare all’ENEA l’elenco degli interventi realizzati.
Per risparmiare ancora di più, meglio cambiare fornitore di energia
Una volta cambiata la caldaia, meglio occuparsi di chi ci sta fornendo il gas per alimentarla. Le bollette sono troppo alte e temete, giustamente, altri rincari? Sarebbe opportuno pensare di passare a un altro fornitore che proponga tariffe più vantaggiose.
Dal primo gennaio del 2023 è previsto il passaggio dal mercato tutelato per luce e gas al mercato libero. Non è necessario aspettare fino a quella data per avere una bolletta più leggera. Ci si può rivolgere, già da adesso, a un comparatore di tariffe come Tiscali Tagliacosti, che permette di confrontare le migliori offerte del mercato e avere un servizio di consulenza personalizzato gratuito.
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