Greenwashing addio? Le nuove regole ESG mettono alla prova le aziende
Gli Esg sono il rating delle aziende assegnati in base alla sostenibilità e agli impatti sociali. Ora arrivano norme europee uguali per tutti
Cosa significa, nel concreto, sostenibilità ambientale di un'azienda? Quando si può veramente definire virtuosa un'impresa? Oppure quando, invece, è solo comunicazione, spot, pubblicità?
Dopo l'approvazione del Consiglio europeo, è pronto ad entrare in vigore il nuovo regolamento sugli ESG, le attività di rating ambientale, sociale e di governance ESG sta per environmental, social, governance).
I rating ESG forniscono un parere sul profilo di sostenibilità di un'azienda, valutandone l'impatto sulla società e sull'ambiente attraverso dei criteri legati all'ambiente, agli impatti sociali e alla governance. Nel tempo, i rating ESG hanno acquisito un ruolo sempre più rilevante nel funzionamento dei mercati di capitali e nella fiducia degli investitori negli investimenti sostenibili.
Le nuove norme mirano a rendere nei Paesi dell'Unione europea le attività di rating più coerenti, trasparenti e comparabili, nell'intento di rafforzare la fiducia degli investitori nei prodotti finanziari sostenibili. Il nuovo regolamento punta a rafforzare l'affidabilità e la comparabilità dei rating ESG a livello europeo, migliorando la trasparenza e l'integrità dei fornitori di rating ESG e prevenendo potenziali conflitti di interessi. Il regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e si applicherà 18 mesi dopo l'entrata in vigore. I Paesi Ue e le istituzioni europee avranno quindi il tempo necessario per colmare le attuali lacune del sistema, che in alcuni casi hanno fatto emergere episodi di greenwashing e hanno relegato la finanza sostenibile in un angolo.
Norme europee comuni per rating trasparenti e chiari
Il percorso del regolamento sugli ESG inizia il 13 giugno 2023, quando la Commissione europea presenta una proposta di regolamento sulle attività di rating ESG. Ora, circa un anno e mezzo dopo, è stato prodotto un testo di 141 pagine che mira a garantire uniformità, trasparenza e coordinamento. "Gli Stati membri - si legge nel regolamento - non regolamentano le attività dei fornitori di rating ESG, né le condizioni per la fornitura di rating ESG, e non esercitano la vigilanza su di esse. Date le divergenze esistenti, la mancanza di trasparenza e l'assenza di norme comuni, è probabile che gli Stati membri adotteranno misure e approcci divergenti, che impediranno l'allineamento agli obiettivi di sviluppo sostenibile e a quelli del Green Deal europeo"