La straordinaria storia del capodoglio spiaggiato che torna a vivere
Il giovane mammifero si era spiaggiato a Ostia nel 2019: cinque anni in tutto è durata l'operazione di recupero e rinascita
Questa è la storia straordinaria di un giovane capodoglio spiaggiato nel 2019 che in questi giorni, in un certo senso, torna a vivere. Una sorta di “rinascita” per l'esemplare morto sulla costa laziale, successivamente seppellito nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano per permetterne la decomposizione in sicurezza e qualche mese fa tornato alla luce. Dopo le operazioni di scavo e pulizia dello scheletro è arrivato alla Casa Pelagos, il nuovo museo interattivo sul Santuario dei cetacei inaugurato lo scorso anno nell’Oasi WWF di Orbetello, in Toscana.
Questo lungo progetto di recupero, documentato in ogni sua fase, rappresenta un’impresa di straordinaria importanza e unica in Italia per la collaborazione fra istituzioni e che coinvolge due aree naturali (Oasi di Orbetello e Tenuta Presidenziale di Castelporziano), il Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, un istituto di ricerca scientifica (IZS Lazio e Toscana), un’associazione, WWF e un’Università (Pisa) per un obiettivo comune: restituire alla comunità il fascino di questi giganti del mare spesso minacciati valorizzando gli aspetti di ricerca e di divulgazione. La salvaguardia dei cetacei nel Mediterraneo passa, infatti, anche attraverso la conoscenza delle specie che lo abitano.
E adesso l'operazione è conclusa: Casa Pelagos, il percorso immersivo dedicato all’omonimo Santuario dei Cetacei e realizzato nel 2023 all’interno dell’Oasi Wwf Laguna di Orbetello, si è arricchita di un’installazione unica che fa “rinascere”, a beneficio della comunità, il capodoglio.
Capodoglio esposto e adottato
Il capodoglio è stato anche “adottato” da una rappresentanza delle giovani generazioni della comunità locale e presente all’inaugurazione: i bambini dell’Istituto Comprensivo Don Milani di Orbetello, col supporto della comunità social attivata sui canali Wwf, hanno scelto per questo esemplare femmina il nome “GEA” e arricchito con i loro disegni l’area del capodoglio. La seconda fase, durata tre mesi, ha richiesto 150 ore di lavoro. Le ossa mancanti sono state ricostruite in resina dai tecnici della TUMA Studio SRLS SB di Roma mediante la tecnologia della stampa 3D.
Per l’installazione, lo scheletro - disarticolato ma in sequenza - è stato posizionato su una struttura di legno riempita di sabbia per simulare la porzione di spiaggia sulla quale il capodoglio si era spiaggiato.
Il giovane capodoglio “Gea” è stato così restituito alla comunità e da oggi potrà testimoniare l’importanza della salvaguardia dei nostri mari accanto alle altre installazioni interattive di Casa Pelagos che aiutano il pubblico a scoprire tutti i segreti e le minacce che gravano sulle specie che popolano il Santuario Pelagos. Lo scheletro, affidato al Wwf Italia dal Raggruppamento Carabinieri CITES, contribuisce anche a sensibilizzare sul tema del commercio di specie a rischio estinzione, tutelate dalla Convenzione di Washington (CITES), come appunto il capodoglio.
Nel corso dell’inaugurazione, avvenuta presso lo storico Casale Giannella, il Wwf e i partner dell’Operazione Capodoglio, in particolare l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana e la Tenuta Presidenziale di Castelporziano, hanno raccontato la storia di questo mammifero marino attraverso la descrizione del suo ritrovamento presso il litorale laziale, del suo interramento e del lungo lavoro del team che ha consentito di poterlo esporre dopo 5 anni dallo spiaggiamento.
Capodoglio: il predatore più forte è anche fragile
Lo spiaggiamento di questo esemplare di Physeter macrocephalus femmina, della lunghezza di 512 cm, con un’età stimata inferiore a un anno, era avvenuto sul litorale di Ostia nel 2019. A seguito della segnalazione da parte della Capitaneria di Porto di Ostia, del sopralluogo e dell’esame anatomopatologico eseguito dall’IZSLT e grazie alla disponibilità della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, l’esemplare era stato trasportato verso l’arenile dell’area naturale per essere interrato il 12 giugno dello stesso anno al fine di consentirne la decomposizione in sicurezza e il successivo recupero dello scheletro, operazione che si è svolta a febbraio scorso. Il capodoglio è il più grande predatore del pianeta, i maschi possono raggiungere e superare i 18 m di lunghezza (eccezionalmente 21 metri), e possiede il cervello più grande del Regno animale. Nonostante sia un gigante del mare è tanto maestoso e imponente quanto fragile. Nel Mediterraneo, infatti, è considerata una specie minacciata e in pericolo di estinzione dalla IUCN (EN, endangered).Il percorso interattivo, ospitato presso il Centro di Educazione Ambientale “Aurelio Peccei” dell'Oasi di Orbetello, si trova al confine orientale dell’omonimo Santuario dei cetacei ed è stato inaugurato nel 2023. Il Santuario, infatti, si apre proprio a pochi passi da Orbetello, punto più a est dell’area protetta, e include nei suoi 87.500 km2 le acque costiere e i mari tra Sardegna, Francia e Principato di Monaco.
Fulcro emozionale del percorso di visita è una multi-proiezione a soffitto, interattiva e immersiva, sulle specie marine del Santuario: scegliendo uno tra i diversi modelli tridimensionali esposti, che riproducono altrettante specie marine, e posizionandolo su un apposito supporto, i visitatori attivano una vista nella volta realizzata con riprese originali subacquee o di superficie, che racconta la specie rappresentandola nel suo meraviglioso habitat. Un approfondimento sulle azioni di tutela e salvaguardia degli habitat è trattato mediante un tavolo tattile: elementi plastici, cassetti esplorabili, grafiche e infografiche spiegano la storia del Santuario e gli strumenti per il monitoraggio, lo studio e la tutela degli ecosistemi, anche grazie agli innumerevoli progetti di conservazione condotti dal Wwf.