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Moda sotto accusa: dimostrato il legame con l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Le prove schiaccianti

Lo denuncia un rapporto dell'Agenzia europea per l'ambiente

di Tiscali Ambiente   
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WJeans, impermeabili, tende, biancheria da letto, scarpe, abbigliamento sportivo: il consumo di tessuti in Europa causa in media la quarta pressione più alta sull'ambiente e sul clima, dopo il consumo di cibo, abitazioni e mobilità". Lo ha scritto su X l'Agenzia Ue per l'Ambiente ricordando che "negli ultimi decenni, l'industria tessile si è evoluta verso un approccio di 'fast fashion'" - cioè abiti economici, realizzati con materiali a basso costo, da indossare solo per una stagione o meno e poi da gettare - e che "la produzione e il consumo di prodotti tessili causano pressioni significative sull'ambiente e sui cambiamenti climatici". In questo contesto, "i modelli commerciali e la progettazione circolare possono ridurre gli impatti negativi della produzione e del consumo di prodotti tessili, conservandone il valore, estendendone il ciclo di vita e aumentando l'uso di materiali riciclati. 

Bisogna costruire la raccolta differenziata dei tessuti

In questo contesto, a partire dal 2025, gli Stati membri dell'Ue dovranno istituire sistemi di raccolta differenziata per i prodotti tessili, visto che "circa il 4-9% di tutti i prodotti tessili immessi sul mercato europeo viene distrutto senza essere mai utilizzato per lo scopo previsto".
Ad esempio - sottolinea l'agenzia GEA - nel 2020, ogni persona nell'Ue ha consumato in media 16 kg di prodotti tessili, 4,4 kg a persona sono stati raccolti separatamente per il riutilizzo e il riciclaggio e 11,6 kg a persona sono finiti nei rifiuti domestici misti. Inoltre, il 60-70% dei prodotti tessili è costituito da plastica (soprattutto poliestere), ricavata da petrolio e gas. Il resto è costituito da tessuti biobased, tra cui cotone e lana.
Per ogni persona media nell'Ue, nel 2020, il consumo di prodotti tessili ha richiesto nove metri cubi di acqua, 400 metri quadrati di terreno, 391 chilogrammi (kg) di materie prime e ha causato un'impronta di carbonio di circa 270 kg. La maggior parte dell'utilizzo delle risorse e delle emissioni avviene al di fuori dell'Europa. Secondo le stime della Ellen MacArthur Foundation, nel 2017 meno dell'1% di tutti i prodotti tessili nel mondo viene riciclato in nuovi prodotti. "La quantità di prodotti tessili usati esportati dall'Ue è triplicata negli ultimi due decenni, passando da poco più di 550 mila tonnellate nel 2000 a quasi 1,7 milioni di tonnellate nel 2019", ha ricordato l'Aea. 

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