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A spasso per l’Italia a caccia di pepite d’oro: ecco dove è possibile trovarle, ma senza danneggiare l’ambiente

Nel Belpaese il metallo prezioso è presente, anche se non in quantità tali da attrarre le industrie

di R.Z.   

C’è chi nei fine settimana riposa, chi si concede lunghe passeggiate, o si dedica alla pesca o alla ricerca di funghi, e chi ancora, armato di scarponi, vanga e setaccio va in cerca d'oro. Questa passione, benché poco conosciuta, sembra riguarda migliaia di italiani – soprattutto residenti al Nord, che si dirigono verso fiumi e torrenti con la speranza di metter le mani su una o più pepite. I cosiddetti "cercatori d'oro della domenica" non hanno sempre fortuna, ma per tanti di loro l’importante è non arrendersi, perché prima o poi la Dea Bendata li bacerà.

Un cercatore esperto, invece, può arrivare a raccogliere alcuni grammi al giorno. Tutto sta nel saper lavare le sabbie aurifere, e ancor più nell’esser abile nello scegliere il luogo dove scavare. E considerando la quotazione attuale dell’oro 24kt, che oscilla tra i 50 e i 53 euro al grammo, si può arrivare a somme importanti. Tutti possono avvicinarsi a questo hobby. La maggior parte dei praticanti opera a Nord, tra Piemonte (considerata la regione più fertile per la ricerca) e la Lombardia. Nella Pianura Padana, dove sono numerosi i fiumi e i torrenti nati dai ghiacciai dell'arco alpino, l’azione costante dello scorrere dell’acqua erode le rocce e trasporta i sedimenti a valle… oro compreso. Sotto al Monte Rosa scorre il fiume Ticino ed è quello che nel corso dei secoli ha dato discrete soddisfazioni ai ricercatori, guadagnandosi l’appellativo di Ticino d’oro. Al suo fianco appaiono i nomi di altri fiumi di origine alpina, come il Po, Dora Baltea, Serio, Oglio.

Dove si trova l'oro

Ma tra le regioni che più di altre attraggono l’attenzione dei cercatori d’oro oltre a Lombardia e Piemonte, ci sono anche la Liguria, il Veneto e la Sardegna. Le zone più battute dai cercatori esperti sono principalmente quella biellese con i torrenti Elvo e Cervo, la zona a ridosso del fiume Ticino sia in Lombardia che in Piemonte, e la zona ovadese nel basso Piemonte. L’attività del cercatore oggi deve esser amica dell’ambiente. Per rispettare la natura non si devono devastare le sponde del fiume o del torrente. Chi cerca l’oro deve farlo in armonia con la Natura, che saprà premiare con pagliuzze o, perché no, piccole ma preziose e luccicanti pepite.

La ricerca

La prima cosa da fare per un cercatore è quella di individuare una zona aurifera nella quale operare. E' fondamentale, quindi, saperla cercare e riconoscere. Alla base di tale ricerca dovranno esser tenute d’acconto alcune regole fondamentali:

- azione e comportamento dei flussi delle correnti e delle acque in piena all’interno del letto e sulle sponde dei corsi d’acqua;

- conformazione, disegno e geometrie del letto del fiume, con lettura nel senso della corrente;

- conoscenza dei materiali pesanti e meno pesanti da ricercare e del loro comportamento all’interno delle correnti fluviali.

Senza individuare una “punta”, nessuna ricerca aurifera porterà frutti. Le punte, che si trovano prevalentemente ai lati dei corsi d’acqua, si formano a seguito di dinamiche ben precise che è bene imparare a conoscere. Per i neofiti esistono comunque dei siti Web che svelano le posizioni delle varie punte nei diversi corsi d’acqua d’Italia.

La regolamentazione

La ricerca dell’oro in Italia è regolamentata dalla legge n. 1443 del 1927, tuttora in vigore. Questa sottolinea che i beni del sottosuolo sono di proprietà governativa. Nella legge però, non sono contemplate le sabbie aurifere e la caccia all’oro: ne deriva che sui fiumi e nei torrenti è possibile andare tranquillamente a cercare oro, tenendo sempre presenti le eventuali norme regionali. La legge regionale del Piemonte, ad esempio, impone a chiunque voglia intraprendere la raccolta di minerali per uso collezionistico e scientifico, l’iscrizione gratuita ad un registro regionale.

La terminologia

Atomo - Oro dalle dimensioni di un putino.

Pagliuzza - Oro con due dimensioni (lunghezza e larghezza) e spessore generalmente inferiore a 1mm.

Scaglia - Oro con due dimensioni oltre i 4 mm.

Pepita - Oro con tre dimensioni.

Secchi - Unità di misura della raccolta di materiale da portare al lavaggio e che andrà poi setacciato.

Lavaggio – L’azione che porta a introdurre il materiale nella canaletta affinché, con l’aiuto della corrente, ne venga asportato il materiale leggero.

Concentrato – Il risultato del lavaggio

Assaggio - L’operazione con cui si saggia il terreno per valutare se contenga tracce di oro.

Punta - Il luogo in cui si è individuata la maggiore probabilità della presenza e della concentrazione di oro.

Riferimenti
di R.Z.   
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