Rifiuti elettronici, un vademecum per gestire le vecchie apparecchiature dimenticate nei cassetti
Recuperarle è fondamentale per dare un contributo importante alla causa ambientale
Smartphone, chiavette Usb, telefoni cordless, lettori di schede, lettori Cd e Dvd, come anche lampadine a risparmio energetico, telecomandi, accumulatori esausti e vecchi computer. Sono milioni gli italiani che nelle loro abitazioni conservano, spesso senza un reale motivo, vecchi dispositivi elettronici ormai inutilizzabili, perché guasti o banalmente obsoleti. Per gestire al meglio questi oggetti, pericolosi per l’ambiente, il, consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti Ecolight ha diffuso un vademecum che aiuta a comprendere come gestire al meglio tali dispositivi.
"La quarantena - ha evidenziato Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight - per molti ha significato fare pulizie e piccoli lavori domestici. Nel sistemare un cassetto, o svuotare uno scatolone in cantina, sono spesso emerse delle vecchie apparecchiature elettroniche. Telefonini, frullatori, telecomandi e caricabatterie di ogni genere, che erano stati messi 'da parte' in attesa di essere portati all’ecocentro, ma che poi sono finiti dimenticati. Parliamo di apparecchiature che appartengono prevalentemente al raggruppamento R4 dei Raee. Sono rifiuti difficili da intercettare, solamente uno su cinque viene raccolto e gestito correttamente: alcuni seguono canali paralleli non autorizzati di gestione, altri rimangono banalmente 'nascosti' in casa; ma sono oggetti che possono dare una grande mano alla causa dell’economia circolare. Se opportunamente trattati, sono riciclabili fino al oltre il 95% del loro peso. Questa piccola 'miniera' che spesso viene dimenticata può dare così un contributo importante alla causa ambientale".
La Ecolight chiede dunque l’impegno di tutti i cittadini, perché questi apparecchi, da cui è possibile ricavare prevalentemente plastica, contengono anche metalli che possono essere reimmessi nella filiera produttiva come materie prime seconde. Ora l’Italia deve prepararsi a ripartire, senza dimenticare però l’importanza della natura, che va rispettata. "L’impegno di ciascuno - spiega Dezio poco prima di presentare il vademecum, composto da 5 semplici regole - può contribuire ad una ripartenza corretta. La strada di uscita dall’emergenza che stiamo vivendo passa necessariamente dall’economia circolare: gli sforzi fatti negli ultimi anni in chiave ecologica non possono essere vanificati da una rincorsa economica che non tiene conto dell’ambiente. I primi a dare l’esempio sono i cittadini, differenziando e conferendo correttamente i loro rifiuti elettronici".
Il vademecum
- Taccogliere tutti i rifiuti elettronici in un unico contenitore. Nella scatola potranno essere messi: joystick, frullatori, tostapane, chiavette usb, telefonini e tablet con i loro caricabatterie e auricolari, router con gli alimentatori, casse bluetooth e ventilatori.
- Le lampadine a risparmio energetico, quelle a led e anche i neon non più funzionanti, sono anche loro dei Raee; occorre raccoglierle però in un’altra scatola.
- Togliere, quando possibile, la batteria dai dispositivi destinati alla discarica. L’operazione che può essere facile per i telecomandi che funzionano con delle normali stilo, può risultare più complessa per separare gli smartphone dal loro accumulatore.
- Le batterie raccolte dovranno essere poste in un contenitore apposito, possibilmente in plastica o in metallo, per evitare che eventuali sostanze inquinanti possano andare disperse.
- Conferire il tutto all’ecocentro comunale. Nella fase 2 i Comuni stanno riaprendo le piazzole ecologiche dove poter portare questo genere di rifiuti. Conferire negli appositi contenitori i Raee appartenenti al raggruppamento R4, ovvero l’elettronica di consumo e i piccoli elettrodomestici; mettere nell’apposito contenitori quelli appartenenti al raggruppamento R5 (le sorgenti luminose); conferire le batterie e gli accumulatori in un terzo contenitore.
Per informazioni sugli orari di apertura dell’ecocentro e sulle modalità di accesso, consultare il sito internet del proprio Comune di residenza.