Basta sussidi ai combustibili fossili. Guterres: “L’azione climatica sia priorità e motore degli affari mondiali”
La conferenza climatica di Glasgow non può essere un fallimento come Madrid. I prossimi dieci gli anni saranno cruciali per raggiungere un’equa globalizzazione, stimolare la crescita economica e costruire società pacifiche
Dopo i risultati deludenti della 25esima conferenza delle Parti (COP25) Unfccc di Madrid del dicembre 2019, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha chiesto a tutti di mobilitarsi per fare della prossima la COP26 di Glasgow un successo. Intervenendo a un meeting dell’UN Group of Friends on Climate and Security, Guterres ha sottolineato che “La COP25 è stata una delusione. Alla COP26 semplicemente non possiamo permetterci un altro ritorno indietro. Uno dei principali obiettivi è quello di rafforzare l’ambizione di tutti i Paesi. I più grandi emettitori di gas serra hanno la responsabilità di mostrare la via, ma i segnali politici sono inquietanti. Dobbiamo mettere fine alla dipendenza dal carbone che è particolarmente preoccupante nell’Asia orientale, meridionale e del sud-est, così come in diverse altre regioni. Pertanto, in un momento in cui dovremmo eliminare progressivamente i combustibili fossili, vediamo ancora troppi piani energetici nazionali che dipendono dal carbone e da nuove centrali a carbone”.
L’UN Group of Friends on Climate and Security, presieduto da Germania e Nauru, è stato fondato nel 2018 con l’obiettivo dichiarato di “cooperare per sviluppare soluzioni per l’impatto dei cambiamenti climatici sulla politica di sicurezza, sensibilizzare l’opinione pubblica e rafforzare il coinvolgimento delle Nazioni Unite in questo settore”. Guterres ha sottolineato che “nel prossimo decennio l’azione climatica sarà sia una priorità che un motore degli affari mondiali. I prossimi dieci gli anni saranno cruciali per raggiungere un’equa globalizzazione, stimolare la crescita economica e costruire società pacifiche. 70 Paesi si sono impegnati per la carbon neutrality entro il 2050, compresa l’Unione europea, ma ce ne sono anche molti che hanno contribuito meno a risolvere il problema. Quel numero rappresenta meno di un quarto delle emissioni globali. Dobbiamo rendere questo impegno universale”.
Il segretario generale dell’Onu ha rilanciato una sua inascoltata proposta: “Non abbiamo nemmeno iniziato a fare progressi per mettere fine alle sovvenzioni ai combustibili fossili. Dobbiamo prendere delle iniziative audaci per evitare gli investimenti nei combustibili fossili”. Guterres ha anche fatto notare che “nella maggioranza dei Paesi del mondo c’è un ritardo importante per fissare un prezzo al carbonio”. Questa incapacità di liberarsi dalla schiavitù del carbone permane proprio mente la World meteororogical organization ha dimostrato che il 2019 è stato il secondo anno più caldo mai registrato e che il riscaldamento degli oceani è a livelli record.
Ma il segretario generale dell’Onu è convinto che ben presto “arriverà il momento in cui sarà ampiamente ammesso che non è più redditizio investire nell’economia grigia o bruna”. Secondo Guterres “una delle maniere per fare dei progressi consiste nel mettere in atto iniziative come il Climate Action Summit del settembre 2019 a New York in materia di resilienza e adattamento e di azioni nel settore energetico, dei trasporti e delle infrastrutture”. Nonostante i messaggi contrastanti che arrivano dalla politica, Guterres è soddisfatto per “la reazione proattiva all’emergenza climatica del settore privato, che ha visto molte parti del mondo finanziario partecipare a iniziative per incoraggiare lo sviluppo sostenibile. Un esempio è la Global Investors for Sustainable Development Alliance, una coalizione di imprese sostenuta dalle Nazioni Unite, che vale trilioni di dollari, che coopereranno al di là dei confini e persino con i concorrenti per mobilitare finanziamenti a lungo termine”.
Il capo dell’Onu ha anche invitato tutti a “profittare delle molte riunioni nei mesi a venire per proseguire la mobilitazione” e ha citato in particolare la prima Sustainable Transport Conference che si terrà a maggio, “un’opportunità per allineare i nostri sistemi di mobilità a un mondo climate neutral”, sia climatico. La Oceans Conference a giugno, che “sarà un’opportunità per invertire e porre fine all’assalto agli ecosistemi e alle risorse marine del mondo, compresa la crescente marea dell’inquinamento da materie plastiche”, e la Biodiversity COP15 a ottobre, in occasione della quale “il mondo deve, andare decisamente verso un ambizioso quadro globale sulla biodiversità post 2020. Non dimentichiamo che un milione di specie sono in pericolo di estinzione a breve termine”.
Guterres ha annunciato di aver iniziato a rivedere le ambizioni delle Nazioni Unite e che il nuovo inviato speciale per l’azione per il clima e le finanze dell’Onu, l’ex governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney, che dovrebbe iniziare il suo mandato a marzo, ha “il compito di coinvolgere i leader delle imprese su temi come la carbon neutrality, il carbon pricing, la divulgazione del rischio climatico e l’integrazione del clima nelle priorità economiche e finanziarie. Dobbiamo premere per la trasformazione del modo in cui funziona il settore finanziario, perché diventi una leva per più ambiziosi impegni dei governi nazionali”.
Il segretario generale sta inoltre rimodellando il suo climate team, per concentrarsi meglio su una roadmap verso la COP26 in Scozia, sulle altre priorità climatiche per il 2020 e per raggiungere gli obiettivi della 2030 Agenda for Sustainable Development, durante la Decade of Action. “Durante i prossimi mesi - ha concluso Guterres - dobbiamo ristabilire la fiducia. Alla COP26, dobbiamo colmare il gap tra quel di cui ha bisogno la gente e quel che succede al tavolo dei negoziati”.