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Pulire senza inondare il mare di microplastiche: ecco come fare

Ogni giorno migliaia di fibre dannose finiscono in mare e nella catena alimentare. Ma tutti possiamo fare qualcosa. I consigli di Tessa

Tessa Gelisiodi Tessa Gelisio   
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A chi non è mai capitato di utilizzare un panno in microfibra per pulire casa? D’altronde, le pezze in microfibra sono davvero versatili per gli usi domestici: assorbono molta acqua, sono elettrostatiche e rendono immediata la rimozione dello sporco. Eppure, vi è un rovescio della medaglia che non tutti conoscono: poiché realizzate con fibre sintetiche, producono una grande quantità di microplastiche. E, come se non bastasse, il loro riciclo è tutto fuorché semplice. Ma cosa fare, quali alternative utilizzare?

Fortunatamente, esistono diverse soluzioni – tutte realizzate in fibre naturali – che possono sostituire egregiamente i panni in microfibra. Ecco qualche utile consiglio.

Vantaggi e svantaggi della microfibra

La microfibra è un tessuto di origine sintetica elaborato negli anni ‘50, diventato poi estremamente popolare una ventina di anni più tardi. Si tratta di una fibra tessile particolare: questo tessuto presenta infatti milioni di fibre di piccolissima dimensione, raccolte fra di loro ad altissima densità. Proprio per questa sua particolarità – addirittura definita a livello europeo, con la Normativa UNI 10714 del 1999 – la microfibra presenta degli utili vantaggi:

 

  • data la densità delle sue fibre, è in grado di assorbire una grande quantità d’acqua;
  • garantisce un effetto antistatico sulle superfici, tali da facilitare la rimozione dello sporco;
  • le sue proprietà meccaniche permettono di usare meno detersivi, rendendo più veloci le operazioni di pulizia.

Date queste caratteristiche, la microfibra si è diffusa massicciamente e, oltre agli strumenti per la pulizia, la si trova anche in tessuti d’arredo, imbottiture di mobili o, ancora, negli interni delle automobili. Tuttavia, questo materiale non è privo di fattori ben meno entusiasmanti.

Gli svantaggi della microfibra

Per quanto versatile, la classica microfibra non è purtroppo un tessuto sostenibile. Tranne rarissime eccezioni, viene infatti realizzata con fibre sintetiche, perlopiù un mix di nylon, acrilico e poliestere. Tutti materiali di origine plastica, quindi altamente inquinanti sia in fase di produzione che di smaltimento. Ma non è tutto:

 

  • da uno studio del 2022, è emerso che la microfibra rilascia grandi quantità di microplastiche, in frammenti di dimensioni infinitesimali – meno di 10 μm – rispetto ai più comuni tessuti sintetici per l’abbigliamento;
  • il rilascio delle microplastiche avviene sia per effetto meccanico durante l’utilizzo – quindi, lo sfregamento sulle superfici – che durante il lavaggio.

Considerando come le microplastiche siano ormai ubiquitarie, e i possibili effetti sulla salute più che preoccupanti, le microfibre contribuiscono a questa forma di inquinamento con una tipologia di microplastiche molto difficile da identificare e praticamente impossibile da raccogliere.Non è però tutto, perché questo tessuto:

 

  • è difficile da riciclare, poiché contenendo un mix di tessuti sintetici diversi, la loro separazione per il corretto smaltimento spesso è impossibile;
  • se non di qualità, può contenere coloranti altamente inquinanti.

Le alternative ai panni in microfibra sintetica

Ma quali sono le alternative all’uso domestico della microfibra sintetica? Quando il classico canovaccio in cotone – meglio se organico – non è più sufficiente per le necessità di pulizia, ci si può orientare su altre tipologie di tessuto.

Panni in microfibra di bambù

I panni in microfibra di bambù – o, più propriamente, in simil-microfibra – rappresentano la soluzione più vicina all’alternativa in tessuto sintetico. Da qualche tempo disponibili sul mercato, sono realizzati con piccolissime fibre ricavate proprio dal bambù, una delle soluzioni vegetali più sostenibili poiché questa pianta ricresce molto velocemente.

Per quanto siano un ottimo compromesso, vi è però da sottolineare che la microfibra di bambù non è a impatto zero, poiché la lavorazione della materia prima per ottenere fibre di piccola dimensione può richiedere molta energia e, in alcuni casi, dei precisi processi chimici. Per contro, si tratta di un materiale sia altamente riciclabile, nonché dalla buona biodegradabilità.

Panni in simil-microfibra di cotone

Da qualche anno si trovano sul mercato anche i panni in simil-microfibra di cotone, un tessuto che tuttavia rimane molto diverso dalla microfibra sintetica, proprio per le dimensioni più elevate delle singole fibre.

La capacità di assorbire l’acqua rimane molto elevata, così l’effetto meccanico per la pulizia delle superfici, tuttavia è necessario sempre scegliere canovacci realizzati in cotone organico e biologico. La produzione di cotone da coltivazioni intensive, infatti, è tutto fuorché sostenibile.

Panni di pulizia in lino

Il lino è una delle fibre tessili più sostenibili, poiché ha bisogno di pochissima acqua per crescere e, fatto non meno importante, è naturalmente resistente agli attacchi di insetti e parassiti. Questo vuol dire che per la sua coltivazione vengono impiegati pochi pesticidi, anche se è sempre meglio scegliere tessuti certificati biologici oppure organici, così da rimuovere questa eventualità.

Sebbene il lino non sia eccessivamente diffuso per le pulizie, in realtà è un tessuto molto versatile, perché resistente nel tempo e dalle ottime capacità meccaniche contro lo sporco: su questo fronte, è molto meglio del classico cotone.

Pezzette svedesi

Le pezzette svedesi rappresentano degli alleati per le pulizie che, per quanto non siano molto diffuse in Italia, presentano delle elevate caratteristiche di sostenibilità. Il tessuto di cui sono composte è stato realizzato attorno agli anni ‘40 del secolo scorso, dall’unione della cellulosa con le fibre di cotone

Queste pezzette assorbono moltissima acqua – anche più di 10 volte il loro peso – e, nonostante siano prevalentemente costituite da cellulosa, garantiscono un’ottima durata, oltre che resistenza. Inoltre, possono essere lavate sia a mano che in lavatrice. Il vero pregio, tuttavia, è nella possibilità di compostarle al termine del loro ciclo di vita.

Affinché siano davvero sostenibili, tuttavia, è necessario accertarsi non presentino stampe o colorazioni realizzate con tinte dannose per l’ambiente. Inoltre, è possibile trovarle in versione anche solo cellulosa.

In definitiva, le microfibre offrono grandi vantaggi, ma non rappresentano lo strumento di pulizia più sostenibile che si può custodire in casa. Meglio allora orientarsi su altre soluzioni, dalla simile praticità e dalla grande efficacia.

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