Negli ultimi 30 anni l’Ue ha perso più di 15 mila chilometri di linee ferroviarie e quasi 2600 stazioni. Mentre crescono gli investimenti per le autostrade
Negli ultimi tre decenni l’Europa ha sistematicamente ridotto la sua rete ferroviaria regionale e locale, destinando ingenti risorse alle strade per le auto, con il risultato di incentivare il consumo di petrolio e aggravare la crisi climatica. A mostrare questa disparità è l’analisi commissionata da Greenpeace Europa centro-orientale (CEE) al Wuppertal Institut e al T3 Transportation Think Tank sullo sviluppo dell’infrastruttura dei trasporti in Europa.
I dati raccolti mostrano che dagli anni ’90, da quando sono stati presi i primi impegni globali per ridurre le emissioni di gas serra, i Paesi europei hanno speso ben 1.500 miliardi di euro per le infrastrutture stradali e solo 930 miliardi di euro per quelle ferroviarie: il 66% in meno.
Dal 1995 in Europa sono stati costruiti più di 30 mila chilometri di autostrade, con un aumento del 60%. Allo stesso tempo la rete ferroviaria si è ridotta del 6,5%, con una perdita complessiva di più di 15 mila chilometri di linee ferroviarie. Quasi 2.600 fermate e stazioni di treni sono state chiuse in via temporanea o definitiva, penalizzando soprattutto chi vive nelle aree rurali.
I numeri dell’ItaliaPer quanto riguarda l’Italia, dal 1995 al 2018 il nostro Paese ha investito il 28% in più sulle strade che sulle ferrovie, spendendo rispettivamente 151 e 118 miliardi di euro. Inoltre, nonostante la lunghezza della rete ferroviaria italiana sia aumentata del 5% rispetto al 1995, soprattutto grazie agli investimenti sull’alta velocità, questo è avvenuto a discapito delle linee regionali. Dal 1995 sono state infatti chiuse 40 linee ferroviarie, per un totale di più di 1.800 chilometri. Queste linee, tuttavia, potrebbero essere in gran parte ripristinate con relativa facilità, dal momento che non sono state smantellate.
Verso trasporti più sostenibiliLe emissioni di gas serra prodotte dai trasporti in Europa sono aumentate del 15% fra il 1995 e il 2019, soprattutto a causa dei veicoli a benzina e diesel. Attualmente il settore dei trasporti è responsabile di circa un terzo delle emissioni europee di gas serra. Per garantire un futuro sostenibile ed equo, chiediamo ai governi europei, incluso quello italiano di
spostare i finanziamenti dalla strada alla ferroviamigliorare le condizioni delle infrastrutture ferroviarie, potenziando soprattutto quelle regionaliintrodurre i “biglietti climatici” a prezzi accessibili per i treni e il trasporto pubblico.