Sono iniziate a Vicenza le fasi finali di uno dei processi ambientali più grandi della storia d’Italia che vede tra gli imputati alcuni manager della Miteni. L’azienda chimica è ritenuta dalle autorità locali responsabile di un diffuso inquinamento da PFAS, sostanze pericolose per la salute umana, in una vasta area del Veneto. Noi di Greenpeace siamo parte civile insieme a tante altre organizzazioni e privati cittadini, in quello che è il primo processo sulla questione PFAS in Italia, da cui potrebbe uscire un verdetto che sarebbe un clamoroso precedente per la battaglia contro gli inquinanti eterni.
La protesta di attivisti di Greenpeace fuori dall’impianto industriale di Miteni in Veneto.Il caso MiteniQuello legato alla Miteni è uno dei casi di inquinamento più gravi della storia italiana, nonché una delle più estese contaminazioni da PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) al mondo. L’inquinamento prodotto dalle attività e dagli sversamenti della Miteni, azienda chimica che ha prodotto per oltre 50 anni PFAS nel comune di Trissino, in provincia di Vicenza, è stato scoperto solo nel 2013 da un’indagine del CNR-IRSA e riguarda una vasta area tra le province di Vicenza, Verona e Padova. Qui 350mila persone si sono trovate a vivere in un ambiente inquinato e con una falda acquifera tra le più grandi d’Europa, irrimediabilmente compromessa. Nel processo sono coinvolti alcuni dirigenti della più recente e delle passate gestioni di Miteni, attualmente indagati per vari reati ambientali. Nel caso venissero confermate le accuse, l’azienda dovrebbe coprire i costi delle bonifiche e altre richieste di risarcimento.
Il 7 febbraio ci sarà una grande mobilitazione a VicenzaIn vista delle fasi finali del processo, ripreso giovedì 6 con la requisitoria del Pubblico Ministero, ci uniremo alla mobilitazione organizzata dai comitati locali e dalle numerose associazioni nazionali che da anni si battono contro questa contaminazione. Il 7 febbraio si terranno una conferenza stampa e un sit-in fuori dal tribunale vicentino, per continuare a chiedere con forza che venga rispettato il principio “chi inquina paga”. La manifestazione sarà un momento per invocare giustizia per fatti incontestabili e per rivendicare i diritti finora negati: acqua e cibo puliti, ambienti di vita e di lavoro salubri e sicuri.
«Il processo di Vicenza rappresenta un’occasione storica per fare giustizia sui crimini ambientali. Ci uniamo alla popolazione esposta a questo grave inquinamento per chiedere che vengano accertate tutte le responsabilità», dice Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Queste giornate di mobilitazione saranno l’occasione per portare all’attenzione pubblica alcuni nodi ancora irrisolti, come la bonifica e la questione della contaminazione di alcuni prodotti alimentari: si tratta di due macchie indelebili sull’operato degli enti pubblici su cui da tempo chiediamo un cambio di passo non più rinviabile».
La contaminazione da PFAS non riguarda solo il VenetoIl caso Miteni ha fatto emergere già dieci anni fa all’attenzione pubblica la pericolosità dei PFAS, noti anche come “inquinanti eterni” perché non si degradano nell’ambiente, che si accumulano nel corpo umano e possono causare diverse patologie, tra cui alcune forme tumorali. Tuttavia, nonostante i noti casi di contaminazione come quello del Veneto o di alcune aree del Piemonte, i controlli in Italia sono spesso scarsi, se non addirittura assenti.
Per ovviare a questa lacuna, tra settembre e ottobre 2024 abbiamo monitorato la presenza di PFAS nell’acqua potabile di 235 città di tutte le Regioni e le province autonome. Dalle analisi effettuate presso un laboratorio certificato, è emerso che i PFAS sono presenti nel 79% dei 260 campioni di acqua potabile analizzati. Le molecole più diffuse sono risultate, nell’ordine, il cancerogeno PFOA (nel 47% dei campioni), seguito dal composto a catena ultracorta TFA (in 104 campioni, il 40% del totale, presente in maggiori quantità in tutti quei campioni in cui è stato rilevato) e dal possibile cancerogeno PFOS (in 58 campioni, il 22% del totale). Tutti i risultati per tutte le regioni sono disponibili nel nostro report.
Serve una legge nazionale che vieti la produzione e l’uso di queste sostanzeL’inazione del nostro governo su questo tema, che riguarda la salute pubblica, è inaccettabile. Nonostante prove schiaccianti sui gravi danni causati dai PFAS, alcuni dei quali riconosciuti come cancerogeni, e la contaminazione diffusa delle acque potabili italiane, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni continua a ignorare questa emergenza, fallendo nel proteggere adeguatamente la salute pubblica e l’ambiente. Il governo Meloni deve rompere il silenzio su questa crisi e vietare produzione e uso di PFAS in Italia: abbiamo tutte e tutti diritto a bere acqua pulita, libera da veleni e contaminanti.
Chiedi con noi una legge ZeroPFAS: firma ora!