Gli impatti del Deep Sea Mining sugli oceani e la vita marina: lo sfruttamento degli Oceani
Un timido segnale positivo, anche se la partita è appena iniziata. Il Deep Sea Mining avrebbe degli impatti distruttivi sull’ecosistema marino e sulle creature che lo abitano.
I riflettori internazionali si sono riaccesi sulle estrazioni minerarie negli abissi, il Deep Sea Mining. Dal 15 luglio al 2 agosto si è riunita a Kingston, in Giamaica, l’International Seabed Authority (ISA), l’ente delle Nazioni Unite chiamato a regolamentare l’estrazione di minerali come cobalto, nichel, rame e manganese dai fondali marini.
Il meeting si è concluso senza un regolamento per il via libera, ma con l’aumento dei Paesi contrari: più di 30 (l’Italia non è tra questi) hanno annunciato il sostegno a una pausa precauzionale o a una moratoria per impedire questa nuova forma di sfruttamento degli oceani. È un timido segnale positivo, anche se la partita è appena iniziata. Il Deep Sea Mining avrebbe degli impatti distruttivi sull’ecosistema marino e sulle creature che lo abitano.
Ecco quattro buoni motivi per cui dobbiamo fermare le estrazioni minerarie in alto mare prima che abbiano inizio.
FIRMA ORA CONTRO IL DEEP SEA MINING1: Evitare danni irreversibili alla vita marina
La comunità scientifica avverte che saccheggiare il fondale marino per estrarre minerali rischia di causare danni ambientali gravi e irreversibili ai nostri oceani e alla vita che abita negli abissi: creature marine tra le più longeve sulla Terra, coralli di 4000 anni e squali che possono vivere per centinaia di anni.
I detriti rilasciati dalle macchine che indagano i fondali potrebbero soffocare gli organismi degli abissi per chilometri, mentre le navi in superficie per l’operazione di estrazione potrebbero rilasciare vapori tossici nell’acqua, danneggiando molte specie che vivono nell’oceano.
Il rumore generato dalle macchine in movimento potrebbe disorientare i mammiferi marini come balene e delfini, mentre le luci potrebbero causare danni permanenti alle creature marine abituate a vivere nel buio.
2: Proteggere creature uniche dall’estinzione
Dai “vermi zombie” scoperti nel 2002 all’anemone trasparente che può mangiare vermi sei volte più grandi della sua massa, gli abissi ospitano creature uniche e meravigliose che si sono adattate all’ambiente estremo delle profondità oceaniche e che non si trovano in nessun altro posto negli oceani.
Una delle creature documentate negli abissi dell’Artico
Con la distruzione degli habitat in cui si sono abituate a vivere, queste specie uniche rischiano l’estinzione, con danni all’intera catena alimentare oceanica. I noduli che le compagnie minerarie vogliono estrarre impiegano milioni di anni a rigenerarsi e non sappiamo se gli animali dipendenti dai noduli possano sopravvivere dopo la loro rimozione.
3: Proteggere il clima
Le profondità marine rappresentano una riserva incredibilmente importante di “carbonio blu”, il carbonio che viene assorbito dalle creature marine e che rimane immagazzinato nei sedimenti sui fondali per migliaia di anni dopo la loro morte.
L’estrazione mineraria in acque profonde rischia non solo di rilasciare il carbonio già immagazzinato ma anche di intaccare il processo naturale di immagazzinamento degli oceani, aggravando così la crisi del clima. Siamo già in emergenza climatica, perché dovremmo peggiorare la situazione per noi stessi?!
4: Continuare a scoprire gli abissi
Finora l’uomo ha esplorato solo lo 0,0001% degli abissi marini. C’è ancora molto da imparare sulla fauna marina e sugli ecosistemi delle profondità oceaniche. Come possiamo gestire correttamente gli impatti del deep sea mining su ciò che non conosciamo ancora appieno?
Potrebbero esserci molti più rischi di quanti ne vediamo oggi. Senza un’adeguata protezione delle profondità marine, potremmo distruggere specie ed ecosistemi che devono ancora essere scoperti.
Una delle creature che abitano negli abissi mariniL’estrazione mineraria in alto mare è una pessima idea
Proprio come l’industria petrolifera ha trascorso anni a minimizzare i rischi ambientali delle sue attività, così ora le compagnie minerarie stanno cercando di convincere i politici che offrono una “soluzione verde”, necessaria per la transizione energetica. Ma non è così.
Piuttosto che usare macchine mostruose per devastare vaste aree dei fondali oceanici, dobbiamo investire nelle nuove tecnologie, massimizzare l’uso di materiali riciclati e l’efficienza del loro utilizzo per ridurre la domanda di minerali critici.
Aiutaci a convincere il governo italiano a sostenere una moratoria globale per il Deep Sea Mining!
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