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Due petroliere russe affondate nel Mar Nero hanno perso più di 3mila tonnellate di combustibile in mare

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Due petroliere russe affondate nel Mar Nero hanno perso più di 3mila tonnellate di combustibile in...

Due petroliere russe sono state travolte il 15 dicembre da una violenta tempesta nello Stretto di Kerch, al largo della Crimea. Una si è spezzata in due, provocando la morte di un marinaio. Entrambe sono affondate causando fuoriuscite di olio combustibile pesante (mazut). Le due petroliere trasportavano tra le 8.000 e le 9.000 tonnellate di prodotti petroliferi. Di queste, secondo le stime, più di 3.000 tonnellate potrebbero essere finite in mare

Il 17 dicembre, il mazut fuoriuscito dalle petroliere ha raggiunto alcune coste del Mar Nero. I residenti locali hanno iniziato a pubblicare decine di video che mostrano macchie di mazut e uccelli intrappolati nel petrolio lungo il litorale nei pressi di Anapa.

Attualmente (18 dicembre), l’estensione della contaminazione copre almeno 60 chilometri, dal ponte di Crimea fino ad Anapa, nella regione di Krasnodar. Diverse città hanno dichiarato lo stato di emergenza ed è stata già confermata la morte di uccelli contaminati dal mazut.

«Gli incidenti che hanno coinvolto le due petroliere nello Stretto di Kerch, che secondo diversi rapporti hanno entrambe oltre 50 anni di servizio, costituiscono una grave minaccia ambientale», spiega Natalia Gozak, direttrice dell’ufficio di Greenpeace Ucraina, che ha seguito sin da subito gli sviluppi dell’incidente per avere informazioni più chiare sull’entità dei danni. «Il combustibile fuoriuscito sta già compromettendo l’ecosistema locale».

Questo episodio evidenzia un problema ben più ampio: le attività della cosiddetta flotta ombra russa. La Russia infatti impiega petroliere obsolete per esportare petrolio greggio e finanziare la guerra in Ucraina. Greenpeace Germania ha identificato le 192 petroliere più pericolose della flotta ombra. Questi tanker sono obsoleti, scarsamente assicurati e, in alcuni casi, già segnalati in passato per difetti tecnici e trasferimenti rischiosi di petrolio greggio da nave a nave. È indispensabile che queste navi vengano aggiunte alla lista delle sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Russia bloccandone sia la circolazione nelle acque e nei porti dell’UE, sia il commercio del petrolio e dei prodotti trasportati.

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