Con un flash mob volontarie e volontari di Greenpeace Italia chiedono di fermare le miniere in alto mare
Animali che popolano il mare e i suoi fondali sono i simboli scelti da volontarie e volontari di Greenpeace Italia per attirare l’attenzione su una nuova minaccia per gli oceani: l’estrazione di metalli e terre rare nelle profondità marine, il cosiddetto Deep Sea Mining (DSM). Ieri, sul litorale pisano, a Vecchiano, hanno preso forma un polpo viola, alto circa otto metri che ha fatto ondeggiare i suoi tentacoli di sei metri, e una grande stella marina composta da figure umane sdraiate sulla spiaggia. Ad accompagnare il flash mob dei volontari uno striscione con il messaggio “Stop Deep Sea Mining”. La protesta arriva alla vigilia di una data importante: oggi si aprono in Giamaica i lavori dell’International Seabed Authority (ISA), l’autorità internazionale che governa le attività estrattive minerarie in mare, che potrebbe autorizzare questi pericolosi progetti.
CHIEDI CON NOI DI FERMARE LE ESTRAZIONI IN ALTO MARE!Estrazioni che minacciano gli oceaniQuella in atto è una nuova corsa all’oro che minaccia mari e oceani. La crescente domanda di materie prime vede nell’estrazione di metalli e terre rare nelle profondità marine una fonte di approvvigionamento delle risorse che potrebbe partire già nel 2024. Gli impatti del cosiddetto Deep Sea Mining sono poco noti e di difficile misurazione, ma sono associati a numerosi rischi che allarmano la comunità scientifica internazionale.
Questa nuova forma di estrattivismo, infatti, può intaccare in modo irreversibile ambienti unici ed eccezionalmente stabili che giocano un ruolo chiave negli equilibri del Pianeta. Per questo è necessario fermare le estrazioni in acque profonde sul nascere, con una moratoria internazionale.
CHIEDI CON NOI DI FERMARE LE ESTRAZIONI IN ALTO MARE! Le nostre richiesteAlla riunione internazionale dell’ISA che prende il via oggi in Giamaica, parteciperà anche l’Italia, che finora è rimasta silente sul Deep Sea Mining. Intanto nel Mediterraneo si registrano già i primi interessamenti da parte di aziende italiane (SAIPEM e Fincantieri) per l’avvio di attività estrattive negli abissi. Ai governi riuniti, compreso quello italiano, chiediamo di introdurre una moratoria internazionale contro il Deep Sea Mining per proteggere gli abissi incontaminati dei nostri oceani.
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Per saperne di più leggi il NOSTRO APPROFONDIMENTO SUL DEEP SEA MINING.