COP26, cosa succederà alla conferenza sul clima?

di  greenpeace

Si aprirà domenica 31 ottobre a Glasgow il meeting delle Nazioni Unite per contrastare i cambiamenti climatici, ma come ci siamo arrivati e cosa dobbiamo aspettarci?

Greenpeace Russia activists hold a banner reading “The world is changing, you are not”, with the industrial landscape of Norilsk in the background.

Questa COP26, se dovessimo dirlo in un tweet, è un test per capire chi siamo come esseri umani.

Sappiamo tutto quello che dobbiamo sapere sulla crisi climatica – le cause e gli impatti, le truffe e le soluzioni. Quello di cui abbiamo bisogno è un impegno concreto, che trasformi le promesse in fatti: a Glasgow servono ambizioni e azioni reali.

Non è troppo tardi per i leader per concordare un piano d’azione in grado di cambiare le cose!

Questo vertice rappresenta infatti il momento più importante per le politiche climatiche da quando i governi si sono incontrati a Parigi sei anni fa. Mentre l’accordo di Parigi ha fissato l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C, a Glasgow i governi del mondo devono concordare come arrivarci.  

L’Italia peraltro ha in questa COP26 un ruolo di rilievo come vicepresidente. Il governo Draghi e tutti i partiti che lo sostengono non possono più giocare a nascondino, usando parole “green” per nascondere scelte fossili come quella di puntare sul gas.

In Italia i cambiamenti climatici sono una drammatica realtà, ce lo ricorda ciò che sta accadendo in questi giorni in Sicilia. Se l’Italia non prenderà una posizione chiara e forte in questi negoziati, saranno i cittadini a chiederne conto alla politica e alle multinazionali del gas e del petrolio.

Finora i governi hanno fatto solo promesse – non mantenute – e abbiamo assistito ad un greenwashing sempre più diffuso da parte di politica e aziende. 

Come Greenpeace abbiamo richieste puntuali per rispettare l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, e chiediamo ai governi riuniti alla COP26 di:

fermare immediatamente tutti i nuovi progetti sui combustibili fossili;impegnarsi a dimezzare le emissioni di gas serra globali entro il 2030;opporsi all’apertura di un mercato globale delle “compensazioni” di CO2, scegliendo piuttosto una cooperazione tra i Paesi.stanziare 100 miliardi di dollari all’anno dai Paesi ad alto reddito ai Paesi a basso reddito per permettere loro di adattarsi agli impatti della crisi climatica, sviluppare sistemi di energia rinnovabile per abbandonare i combustibili fossili e compensare i danni già causati dagli impatti climatici nei Paesi più vulnerabili. 

Nei prossimi giorni continueremo ad aggiornarvi su tutto quello che succede a Glasgow anche sui nostri profili social!